Torniamo con la mente al 13 Marzo 2024, quando la Commissione affari esteri ha approvato la risoluzione contro le violazioni dei diritti umani in Iran. Una doccia fredda per il governo iraniano, ma abbastanza prevedibile dopo che l’Onu ha accusato il Paese di aver commesso crimini contro l’umanità. Secondo l’Onu, sono state perpetuate violenze smisurate nei confronti di donne, ragazze e bambini. Ma nonostante le svariate accuse che sono state mosse nei suoi confronti, l’Iran ha continuato a discriminare, perseguitare e a privare le donne dei loro diritti. Se l’Arabia Saudita ha iniziato concedere qualche libertà alle donne, se non altro per garantirsi il rispetto degli atri Paesi, con le donne l’Iran continua ad essere inflessibile. In occasione della Fiera dell’hijab e della castità che si è svolta nel cuore di Teheran, migliaia di donne hanno indossato il velo e si sono incontrate ai padiglioni.
In effetti, quale momento migliore per indossare l’hijab? Ma se qualcuna non volesse più farlo? Ovviamente una violazione di questo tipo, ha sempre previsto sanzioni durissime nei confronti delle donne. Peccato che questa volta il governo iraniano ha pensato bene di inasprirle ancora di più. Il membro del Parlamento di Isfahan, Amir Hossein Bankipour, ha annunciato che se dopo le feste di Nowruz, una donna rifiutasse di indossare il velo, il suo denaro verrà direttamente detratto dal conto bancario personale.
Ecco il punto di Tiziana Ciavardini sulla vicenda.
“L’Arabia Saudita sta cercando di fare dei passi in avanti sulle donne, perché si sta rendendo conto che se vuole avere rapporti con altri Paesi, deve adeguarsi e non può rimanere rinchiusa nella sua ideologia. Questo però non si sta verificando in Iran, ma non mi sorprende. Quando andai a Teheran assistetti a delle manifestazioni di alcune donne che erano a favore dell’hijab, addirittura con tutto il volto completamente coperto. Quando chiesi perché, alcune ragazze mi risposero che lo facevano per libera scelta, e senza imposizioni famigliari“
“Una delle frasi che venivano esposte sui cartelloni durante la Fiera dell’Hijab recitava: “Come il seme del pistacchio è coperto da un guscio rigido, noi ci copriamo con il nostro corpo perché la parte preziosa è all’interno”. Ma tantissime altre ragazze mi dicevano che non volevano sentirsi dei semi, ma semplicemente delle persone perché volevano essere libere di vestirsi come volevano”.
“In Iran c’è un regime dittatoriale e anche criminale e che fa violenza sui propri abitanti solo perché chiedono la libertà e fanno delle manifestazioni. Ma è giusto dire che c’è una parte di questa popolazione che sostiene questo regime, che altrimenti non potrebbe esistere. Sono degli estremisti religiosi, ma non bisogna essere atei per chiedere i propri diritti.
Questo è il punto fondamentale: ci sono tanti che non sostengono il regime, vanno in Moschea, e quindi hanno una visione più religiosa che politica. Questo è il motivo per cui è tutto cosi complesso: è un regime che non crolla perché è sostenuto da una parte della popolazione. Non è stato sufficiente abbatterlo nemmeno con la morte di Masha Amini“