Il calcio è pieno di eroi. Il grande firmamento pullula di stelle che illuminano le notti d’Europa.
Tutto troppo lontano da noi comuni mortali. Tutto troppo hollywoodiano per regalarci le emozioni di cui avremmo davvero bisogno, quelle che tocchi con mano. In un mondo che non si ferma ad aspettarci, abbiamo ancora bisogno di piangere, gioire, far vibrare il petto per quel calcio che con milioni, clausole, accordi da capogiro, non c’entra proprio nulla.
Più un eroe ha sembianze umane, più la gente lo amerà. Sarebbe questo il canovaccio di un fumetto dedicato a Claudio Ranieri, uno di quei giornaletti vecchio stile da affidare nelle mani di ogni bambino che abbia mai tirato un solo calcio alla palla di cuoio. Niente stadi costruiti sugli anelli di Saturno, niente super attaccanti androidi in grado di correre alla velocità del suono, nessun superpotere.
Sir Claudio, è quello che basta a questa storia.
Torna a Cagliari con la stella cometa ad annunciarlo, il 23 Dicembre 2022. Lì dove tutto era cominciato nel 1988. Perché si sa, come cantava qualcuno, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Sembra essere proprio così in questo caso. Sull’isola non si respira un’aria salubre se si parla di Cagliari e calcio. Il Casteddu naviga in acque tempestose, 14esimo gradino della classifica di Serie B e un misero bottino di 22 punti in 18 partite. L’uomo della favola Leicester (uno dei capitoli che precedono questa storia) è chiamato, nuovamente, all’impresa. Il Cagliari deve salvarsi, l’incubo retrocessione è ancora lontano, ma fa tremare.
Qui ha inizio il miracolo silenzioso, la tacita scalata. Partita dopo partita, Sir Claudio si riprende il suo Cagliari, come se 35 anni siano stati soltanto una piccola pausa di riflessione. La squadra macina punti, con l’umiltà che contraddistingue il suo timoniere e con la forza che solo un cuore grande come quello di un eroe può tirar fuori in queste situazioni. Il destino ha giocato le sue carte, non ci sono alternative: il Cagliari conclude il campionato al quinto posto e strappa il ticket per i Playoff. L’ultimo frangente di questo capitolo è da leggere tutto d’un fiato, senza soluzione di continuità. Venezia eliminato al preliminare, Parma battuto in semifinale, finale d’andata pareggiata contro il Bari in casa. Un bel respiro per prendere fiato e…Bari sconfitto nei minuti di recupero al San Nicola, è Serie A contro ogni pronostico, il miracolo è compiuto! Sull’isola è festa grande, la Serie A è ritrovata. Dio solo sa quanto l’avevano desiderata.
Ma ora è tempo di un nuovo capitolo.
L’inizio nella massima serie è una doccia gelata, l’incantesimo sembra essersi spezzato. A Ottobre il Cagliari è ultimo in classifica con soli tre punti. Sir Claudio è provato, non può privare quella gente di tutta la gioia che gli ha regalato, non può giocare con le emozioni di un popolo senza pensare alle conseguenze. A questo punto la decisione, anche gli eroi a volte devono sapersi arrendere: dimissioni rassegnate, il Cagliari ha bisogno di qualcun altro. Non secondo società e calciatori, il Casteddu ha bisogno di un solo condottiero e si chiama Claudio Ranieri. L’amore e il rispetto di chi gli sta intorno lo trattengono su quella panchina e danno il via ad un’altra impresa.
Lavorare in silenzio, non dare troppo nell’occhio, non perdere mai di vista l’obiettivo, tutti insieme è più facile. Le regole sono poche, i virtuosismi tattici anche. Tanta voglia e cuore ed ecco che l’altra, l’ultima, impresa è fatta. Il Cagliari è vivo più che mai, Il Cagliari è salvo, con una giornata d’anticipo! Le lacrime di Ranieri parlano al posto suo, non c’è altro da aggiungere.
Più un eroe ha sembianze umane, più la gente lo amerà. Ricordate il canovaccio? La conclusione di questa ennesima favola non potrebbe essere diversa.
Sir Claudio Ranieri non è il mega allenatore galattico da milioni e milioni a stagione. Sir Claudio Ranieri non ha la superforza o il super istinto, non usa la telecinesi, è “soltanto” l’eroe del popolo, l’unico di cui abbiamo ancora bisogno.
Sir Claudio ha solo un gran cuore e, con la signorilità che contraddistingue i più grandi, ce l’ha fatta ancora una voltA.