Sempre più giovani sono vittime di una società che li spinge a cambiarsi i connotati, facendoli perdere la propria bellezza e unicità. Si tratta di una trappola della società moderna che oggi come oggi, si sta trasformando in una vera e propria malattia: la dismorfofobia. Per questo motivo è fondamentale incentivare il benessere psico-fisico dei giovani, aiutandoli a intraprendere dei percorsi psicologici. Il medico chirurgo Giovanni Angiolini, ha scritto un libro dal titolo: “Il mio metodo Wellness” per indirizzare gli adulti e i giovani verso il percorso di benessere più adatto a loro. Nonostante Angiolini esegua costantemente diversi interventi di medicina estetica, nel suo libro spiega come la soluzione a tanti problemi di non accettazione fisica, possano essere risolti per via naturale. Angiolino illustra i fondamentali “4 pilastri del benessere” che aiutano a mantenere un corpo sano.
Secondo il chirurgo, il benessere è una scelta che dipende dallo stile di vita, dall’alimentazione e dall’attività fisica. “L’attività fisica è fondamentale sia per la qualità della vita che per la sua durata. Si pensa che fare attività fisica costante possa allungare la vita anche di oltre dieci anni”. E’ fondamentale poi, cercare di ridurre lo stress che è una delle patologie del nuovo millennio, oltre all’obesità e le patologie ad essa correlata.
Per gestire al meglio la propria vita è quindi fondamentale gestire al meglio la propria salute. Il senso di inadeguatezza psico-fisico però, sta aumentando sempre di più, soprattutto tra i giovani. Sempre più ragazzi giovani iniziano a ricorrere alla medicina estetica già da giovanissimi, spesso anche ai 16 anni. Chi si modifica i connotati, sono anche adolescenti senza alcun apparente difetto fisico. Da che cosa dipende? Secondo Angiolini il motivo di questi interventi frequenti, dipende dal fatto che la comunicazione è cambiata.
La dismorfofobia
“La comunicazione degli anni scorsi avveniva attraverso dei messaggi di testo, la comunicazione di adesso avviene attraverso delle immagini. La problematica è che queste immagini spesso vengono edulcorate dalla presenza di filtri. Le persone si abituano a quella che è la loro immagine creata dal filtro e viene dal chirurgo per cercare di replicare quelle caratteristiche. Per questo noi chirurghi spesso facciamo anche un po’ da psicologi. Io non tratto mai tutte le pazienti che vengono in studio, ma cerco di capire se ci sono delle problematiche di gestione e comprensione della propria immagine. In questo caso, cerco di indirizzarle verso altri percorsi non chirurgici e non estetici: ma psicologici“
Questo perché, ricorda il dottore, c’è una patologia che si chiama dismorfofobia che comporta un’alterazione nella visione del proprio corpo e nell’accettazione. Quindi spesso i pazienti vedono dei difetti anche laddove non ci sono. “Poi è fondamentale far capire al giovane che avere una propria identità, un proprio viso con delle caratteristiche uniche è importante. Quindi bisogna cercare di non uniformarsi. Nei miei interventi, io cerco sempre di lasciare ai miei pazienti quelle che sono le loro caratteristiche somatiche. Se si tratta di un piccolo ritocco per migliorare l’autostima si, ma cercare di uniformarsi alla massa assolutamente no”
Angiolino prende come esempio l’attrice di Dirty Dancing, Jenifer Grey. La protagonista aveva un naso basso e piuttosto pronunciato ma che lasciava trasparire la sua unicità. Quando decise di rifarselo, l’intervento decretò la fine della sua carriera. Questo perché il suo viso era diventato comune e simile a quello di tante altre attrici. Un episodio che ci fa capire quanto sia importante preservare la nostra autenticità e quelle caratteristiche, che ci rendono indispensabili e non sostituibili.