“La nostalgia è un sentimento che a me piace molto” sull’onda di quest’emozione Francesco Caselli ripercorre il benessere degli anni ’80. In particolare, intervista uno dei veri protagonisti di quegli anni: il maestro Renzo Arbore. Il 29 Aprile 1985 andava in onda sul piccolo schermo la trasmissione “Quelli della Notte”, scritto a quattro mani con Ugo Porcelli: uno dei primi programmi cult della seconda serata. Ed è appunto con nostalgia ed emozione che Arbore ripercorre l’ironia e la magia di quegli anni. Quello che nacque come un programma improvvisato, divenne infatti ben presto un successo targato anni ’80.
“Iniziava il 29 e non sapevamo nemmeno che cosa fare. Sapevamo soltanto che eravamo un gruppo di amici, bravi e ognuno con un proprio ruolo. I ruoli, li avevamo stabiliti in una settimana di lavoro a casa mia. A Marisa Laurito dissi ‘Tu fai mia cugina’, a Riccardo Pazzaglia’ Tu fai l’intellettuale’, ‘Tu fai l’arabo’ a Andy Luotto . Insomma, cosi è nata “Quelli della notte”, andando li incoscientemente”.
Il successo della trasmissione secondo il maestro, fu dovuto al fatto che all’epoca si trattava di una televisione rivoluzionaria. Una trasmissione improvvisata tanto che nemmeno esisteva il copione. “Se si va a vedere su Rai Play, la puntata era totalmente disordinata e il contrario di ciò che si vedeva allora: una jam session”. Un successo che Arbore non si aspettava, tanto che una volta ottenuto, dovette pagarlo letteralmente. “Io all’inizio quasi non ci credevo: scommisi 1 mln con un mio amico, se la trasmissione fosse stata un successo, e infatti poi gli dovetti dare 1 mln”.
Ma da cosa dipende la nostalgia che proviamo nel rivedere un programma del passato? E da che cosa dipese il loro successo all’epoca? Secondo Arbore la ragione risiede nella qualità del prodotto, che è molto diversa da quella di oggi. “Erano prodotti migliori. Oggi c’è una televisione usa e getta, basata sulla glorificazione di personaggi che poi il giorno dopo non sono più popolari. Si tratta di una fast TV. La mia anche lo era, ma era destinata a durare. Perché? Erano contenuti che si potevano rivedere dopo anni: non facevamo satira o imitazioni ma abbiamo usato la fantasia“
Per quanto riguarda il rapporto con il Web, Arbore sottolinea come la televisione sia diventata seriale, spesso con le stesse formule e le stesse persone. Ciò significa che se non si riuscirà a trovare un punto di incontro con i Social, il piccolo schermo sarà destinato a rimanere una Fast Tv.
Ma chi è secondo il maestro, il Renzo Arbore del 2024? “Molti artisti bravi ci sono ma non ho trovato un altro matto come me. Penso a Elio o Lillo & Greg, che sono vicini come spirito. Ma è difficile da dire”