In questo momento il dibattito pubblico è incentrato soprattutto attorno ai temi della guerra e della sicurezza. Proprio per questo motivo la sensibilità su queste tematiche dovrebbe essere la più alta possibile. Ma purtroppo, spesso questo non accade. Il sindacalista Savino Balzano esprime il suo sconcerto da Francesco Borgonovo, in merito ad un’intervista che è stata rilasciata il 4 maggio a Mario Monti da Aldo Cazzullo.
Cazzullo, noto giornalista, chiede a Mario Monti, come vedesse il futuro dell’Europa. Mario Monti così rispose: “Dovremmo recuperare una parola desueta: sacrifici. Davvero possiamo avanzare nell’integrazione europea reggendo due guerre senza sacrifici? L’Italia non si è fatta senza spargimenti di sangue: non sarebbe bastata la finezza di Cavour. È servito l’esercito piemontese, con i volontari, i garibaldini”. La risposta del giornalista d’assalto però, si fa attendere. E Savino Balzano lo commenta così: “Io sarei rimasto sconvolto dalla risposta di Mario Monti. Ma Cazzullo, non resta colpito dal fatto che Monti dica che c’è bisogno di spargimento di sangue per fare l’Europa“
Il sindacalista si sofferma poi su altro punto dell’intervista di Cazzullo a Mario Monti: “A questo punto finalmente Cazzullo gli dice «Ma lei parlava di spargimenti di sangue?» . Glielo dice con un fare tenero, nei confronti di questo signore che auspica la guerra. E Monti risponde: «Oggi il quesito drammatico è se si potrà fare una vera Unione Europea senza spargimenti di sangue» .
C’è il popolo che vuole la pace e poi ci sono queste élite decadenti, salottiere, che invece trascinano il paese e i giovani verso la guerra, per realizzare un sogno che è l’Unione Europea, di cui non frega nulla a nessuno, anzi è un sogno che fa schifo alla gente comune, perché l’ha affamata”.
Il sacrificio che richiede Monti, secondo Borgonovo, potrebbe essere invece assimilabile al mito della fondazione, che insegnavano gli antropologi. Un mito in base al quale per creare qualcosa di nuovo, era necessario un sacrificio iniziale. La creazione di Roma stessa avvenne attraverso un sacrificio. “Queste élite che la storia la conoscono, secondo me hanno un’attenzione a questi temi vagamente esoterici maggiore di quella che abbiamo noi”.
L’editore di Passaggio al bosco, Marco Scatarzi conclude: “Qui siamo di fronte ad élite che vivono nella propria bolla, ma che da questa bolla pretendono in qualche modo di gestire l’esistente, con uno scollamento enorme rispetto alle esigenze reali delle persone. Tanto le guerre non le vanno a fare loro, e queste sono parole anche molto pericolose”.