In primavera il governo italiano ha avviato un nuovo piano di privatizzazioni, partendo proprio da ENI. Il Tesoro ha lanciato una procedura accelerata di raccolta ordini per cedere oltre 91 milioni, per la precisione 91.965.735 azioni di Eni pari al 2,8% del capitale sociale puntando a raccogliere circa 1,4 miliardi di euro.
La maggioranza relativa non è in pericolo ancora ma le privatizzazioni, vengono fatte per dare respiro alle finanze del Paese. Insomma, si svendono ancora una volta i gioielli di famiglia. Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha accelerato il piano di privatizzazioni con l’obiettivo di raccogliere 20 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026, come indicato nella nota di aggiornamento del documento di economia-finanza, il cosiddetto NADEF.
La vendita del 2,8% di Eni è gestita da un consorzio di banche, tra cui le solite Goldman Sachs, poi Jefferies, UBS Europe, rivolgendosi a investitori qualificati e istituzionali. In precedenza, il governo aveva venduto anche il 25% delle azioni del Monte dei Paschi di Siena per 919 milioni di euro. Attualmente il Tesoro possiede il 4,797% di Eni, mentre Cassa Depositi e Prestiti, che è controllata dal Tesoro, detiene il 28,5%.
Insomma, privatizzare Eni, che rende quasi il 5% netto, per ridurre il debito pubblico è semplicemente una mossa insensata. È come svendere dei saldi a fine stagione. È un assurdo in termini di matematica finanziaria.
Privatizzare un’azienda pubblica, che rende quasi il 5% netto ogni anno, per fare cassa quando poi quella cassa deve essere utilizzata per ripagare dei debiti è un non senso finanziario. Ebbene, come dicevo in questi giorni, con gli imprenditori con cui faccio consulenza di strategia aziendale mi rendo sempre più conto che in questo paese, manca una strategia aziendale. Mi rendo conto che ormai esiste un divario in Italia, tra la strategia del privato e la strategia del pubblico. Come spiego anche meglio, sul sito valeriomalvezzi.it, bisogna avere una strategia per condurre un’impresa.
Purtroppo l’impresa pubblica non lo capisce. O forse non lo vuole capire.
Malvezzi Quotidiani con Valerio Malvezzi