Nella discussione sulla riforma del Patto di stabilità dell’Unione Europea le opinioni si dividono tra coloro che vedono le nuove regole come un’opportunità di spesa aggiuntiva per l’Italia e chi teme un ritorno alla rigida austerità, che è stata la dottrina europea degli ultimi anni.
Tuttavia, le analisi tecniche presentate dall’ufficio parlamentare di bilancio e dalla Corte dei Conti mostrano che le nuove norme delineano un percorso ancora più solido per il controllo dei Conti, anche se presentano delle sfide nella semplificazione e offrono dei vantaggi limitati nel medio termine rispetto al vecchio Patto che era stato presentato a suo tempo.
La nuova governance richiede un’autorizzazione preventiva del Consiglio dell’Unione Europea per qualsiasi scostamento dal percorso di spesa concordato. Insomma, gli Stati sono con le mani legate, rendendo la gestione dei conti pubblici italiani ancora più complessa del passato.
Tuttavia, i dati attuali indicano che il debito pubblico italiano continuerà a crescere, limitando gli spazi di manovra anche al di là delle nuove regole comunitarie. Insomma, non basta avere già accettato un certo grado di ingerenza da parte degli Stati Uniti e ulteriormente limitato la nostra sovranità concedendo delle ulteriori autorizzazioni a Bruxelles, che farà quello che vuole del nostro paese. È addirittura necessario ottenere l’approvazione degli altri paesi per qualsiasi aumento della spesa pubblica italiana.
Il che vuol dire che ormai siamo alla frutta. Queste notizie sono pubblicate sul Sole 24 Ore e conseguentemente io credo che ormai tutti stiano capendo l’errore strategico e politico fatto 30 anni fa con il processo di adesione all’Unione Europea. Di tutte queste cose i piccoli e medi imprenditori con i quali faccio consulenza quotidianamente, sono talmente amareggiati e distanti che cercano di trovare giustamente la propria strada.
Tante persone mi contattano sul sito valeriomalvezzi.it e sono imprenditori che hanno problemi concreti, pratici, di come sviluppare la propria azienda da un punto di vista della strategia aziendale. Le grandi decisioni politiche le lasciano prendere gli altri e si occupano di come creare un valore offerto da portare sul mercato per fare in modo che i clienti vadano nelle loro imprese e non in quelle dei concorrenti.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi