“Partiamo dalle certezze“.
In Commissione Vigilanza arriva la resa dei conti sul caso Scurati, lo scrittore per il quale si grida alla censura dalla settimana che ha preceduto il 25 aprile per un monologo non letto in Rai su Matteotti, il Fascismo e Giorgia Meloni: “Non è stata vietata né la partecipazione dell’ospite, né la lettura del monologo“, dice l’Ad Roberto Sergio di fronte ai deputati.
“Veniamo ai fatti, il comunicato stampa approvato dalla direzione approfondimento il venerdì pomeriggio, prevedeva la partecipazione di Scurati a titolo gratuito, i biglietti di andata e ritorno da e per Milano e la prenotazione per l’albergo, autorizzati ed annullati solo alle 13:00 dello stesso giorno della trasmissione. Sette ore prima della messa in onda e dopo che l’autore aveva deciso di non prenderne più parte“.
Una versione decisamente differente da quella che inizialmente vedeva nella TV di Stato l’opera quasi censoria per la materia dell’intervento di Scurati.
“La direzione approfondimento ha valutato di prevedere l’intervento del dottor Scurati a titolo gratuito, ritenendolo interessato da un periodo di promozione. In uscita c’erano una graphic novel pubblicabile dal 7 maggio ma prenotabile dal 19 aprile e una fiction tratta dalla sua opera. Non è stata comunque mai impedita la partecipazione del dottor Scurati né la lettura del monologo, che è stata poi rappresentata dalla signora Bortone la sera stessa. Questi sono i fatti“.
Sul provvedimento nei confronti della conduttrice, ribatte anche all’Usigrai: “Non è un procedimento disciplinare ma una contestazione“, quella che riguarda i post pubblicati dalla giornalista sui suoi profili in quei giorni.
“La risultante è che non ha parlato“, ribatte il deputato Angelo Bonelli, “sono molto preoccupato da cittadino italiano, perché si avvia un procedimento disciplinare come se si mandasse un messaggio ad altri giornalisti che vogliono raccontare il Paese. Il procedimento non viene fatto nei confronti del direttore Corsini, ma nei confronti della giornalista Serena Bortone. Questo, dottor Sergio, ci fa entrare in una situazione molto cupa per la nostra democrazia“.
A ribattere nelle ore successive anche la presidente della Rai Marinella Soldi ha ribattuto alle parole dell’Ad Sergio: “Non credo che il procedimento disciplinare contro Serena Bortone faccia giustizia della vicenda, né tantomeno faccia bene alla Rai“, dice Soldi, accusando inoltre Sergio di aver raccontato “in modo parziale quanto accaduto” in vigilanza, “non citando aspetti di rilievo“.
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