Lo sfogo del magistrato Sabella: “Riforma? Ci sono altre priorità, mancano traduttori e Pc”

Il Governo meloni ha reso note proposte per la riforma della magistratura che hanno scatenato polemiche di una parte dei diretti interessati. Gruppi di PM e magistrati si sono detti sfavorevoli a molti aspetti citati dal Ministro della Giustizia Nordio che andrebbero a incidere sulla giustizia italiana. A questo proposito Stefano Molinari durante Lavori in corso ha chiesto al Magistrato Sabella: “Perché la magistratura sta ritenendo un attacco alla sua indipendenza l’ipotesi di separazione delle carriere tra PM e magistratura giudicante?”

La risposta del magistrato, ex PM, non lascia spazio ad interpretazioni: “Innanzitutto perché è una riforma totalmente inutile. È inutile che ci giriamo intorno. A cosa serve? A velocizzare i processi? No. A impedire che i PM e i giudici siano colleghi, e quindi i giudici poi diano ragione al PM? Il numero di assoluzioni che abbiamo nel nostro Paese è elevatissimo, quindi significa che molto spesso diamo volta ai PM. Poi se dobbiamo ragionare su questa logica dovremmo separare i giudici di primo grado da i giudici di appello dai giudici di cassazione. Una logica che chiaramente non serve assolutamente. I numeri di PM che tornano a fare i giudici, o di giudici che vanno a fare il PM, sono ridicoli, ridicoli. Si parla dello 0,000% del totale.

Perché un’attacco all’indipendenza? Un’attacco all’indipendenza perché da un lato è totalmente inutile una riforma spot costosa, dall’altro lato perché separando, tirando fuori il Pubblico Ministero dalla cultura della giurisdizione e creando un ordine separato c’è una possibilità concreta di controllo del Pubblico Ministero, quindi controllo dell’esercizio e dell’azione penale“.

Ci sono altre priorità al momento nel settore giustizia in Italia: “Io penso che i problemi della giustizia sono diversi. Io sono invelenito. Oggi ero di turno, avevo l’evento di energia direttissima e il computer della Camera di Consiglio ci ha messo 40 minuti ad avviarsi, perché abbiamo un strumento. Non avevamo lo traduttore, l’interprete di bulgaro. Abbiamo avuto difficoltà enormi con una ragazza arrestata per sposto. Non avevamo le perizie per gli accertamenti tecnici, tempestivi sugli stupefacenti. Sa che io ho dovuto cominciare l’udienza alle 11. Meno male che avevo pochi arrestati”