Sono state ore di tensione nella zona dei Campi Flegrei in Campania. I cittadini hanno avvertito uno sciame sismico di magnitudo 4.4. Un terremoto come non lo si avvertiva da 40 anni. In 5 ore le scosse che hanno coinvolto il territorio sono state 150. Per questo motivo nella notte, la gente si è riversata in strada e c’è anche chi ha dormito in automobile. Sono mesi che la Campania viene attraversata da avvertibili sciami sismici. L’ultima scossa è stata avvertita dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle ore 8.28 ed è stata di magnitudo 3.6. La profondità è stata invece di 2 chilometri. Tra la paura dei cittadini, all’Isola di Procida le scuole sono state evacuate. Anche alla Solfatara gli Istituti sono stati chiusi, un carcere evacuato e centinaia di famiglie sono uscite dalle proprie abitazioni.
“Parliamo di un terremoto che non avveniva da 40 anni” afferma il Direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano “Si tratta di un rischio tellurico. Le previsioni tecniche prevedono che il rischio di magnitudo fino a 5 sia un rischio controllabile, ma quello che non è gestibile è il panico che è inevitabile. Se si vive in un territorio dove da mesi lo sciame sismico accompagna tutte le giornate, prima o poi il rischio di una scossa più forte arriva”.
Per questo motivo secondo Napoletano, il fenomeno non può più essere sottovalutato, ma al tempo stesso va bandita ogni forma di allarmismo o di speculazione politica. “Non dobbiamo dimenticare neanche il fatto che Napoli non meritava un’emergenza di questo tipo. Perché oggi sta vivendo un enorme successo industriale, di attuazione di investimenti internazionali, di crescita dei capitali produttivi locali e di occupazione di qualità”.
Secondo Napoletano, l’unico modo per tentare di trovare una soluzione al problema è quello di mettere in atto una “convivenza vigile”. La zona del Vulcano Flegreo è una delle zone più monitorate del mondo. Il fatto che il monitoraggio dei fenomeni vulcanici sia praticamente nato in Italia, dice Napoletano, dovrebbe farci stare abbastanza tranquilli. “Ci sono vari elementi: c’è il tema del sisma, del magma, c’è il tema dell’esplosione di gas. Ci sono tanti sistemi che vanno monitorati, perché il rischio è che si intreccino i due fenomeni: quello vulcanico e quello sismico, che potremmo chiamare complessivamente ‘il fenomeno tellurico‘”.
Il problema non è solo quella di una potenziale catastrofe naturale, ma anche quello delle speculazioni politiche ed edilizie. “Pensavano di poter risolvere il problema, ma poi invece sui territori a rischio si è continuato a costruire”. Infatti la zona del Vesuvio è intrisa di costruzioni che impediscono le vie di fuga. Ci sono oltre 10mila edifici abusivi e perfino ospedali sorti sulle conche laviche. Come si dice, in questo caso in Campania, la paura non ha fatto 90.