È stata recentemente avanzata la proposta di legge che prevede l’eliminazione dell’obbligo di esporre nei locali pubblici istituzionali il vessillo dell’Unione Europea. La proposta di legge è stata con entusiasmo reclamizzata sulle reti sociali dal senatore leghista Claudio Borghi. Borghi è da sempre in prima linea nella battaglia contro l’Unione Europea e la moneta unica detta Euro, e non stupisce dunque che ora, con entusiasmo, proponga sulle reti sociali l’abolizione di detto obbligo. Secondo tale proposta di legge, infatti, non dovrebbe più essere obbligatorio esporre nei locali pubblici istituzionali, come invece ad oggi è, il vessillo dell’Unione Europea accanto al tricolore nazionale. In compenso si potrebbe esporre il vessillo della regione di riferimento. Ora non posso che essere favorevole personalmente a questa proposta di legge. Da tempo, infatti, vado sostenendo che l’Unione Europea non è altro se non la negazione dell’idea e della storia dell’Europa. cosicché chi realmente ami l’Europa e la sua storia deve eo ipso opporsi all’Unione Europea e alla sua tecnocrazia repressiva ed efficiente. Di più, in estrema sintesi, sostengo da tempo immemore che l’Unione Europea non è altro se non l’unione delle classi dominanti europee, contro le classi lavoratrici, contro i popoli e contro i ceti medi d’Europa.
Mi punge però vaghezza di evidenziare come questa proposta sia ben poca cosa, a onor del vero, rispetto alle sbandierate, per rimanere in tema, proposte di uscita dall’Unione Europea e dall’euro, proposte che purtroppo attualmente sembrano essersi arenate e, per così dire, uscite dal circolo dell’apparire. Nessuno più le menziona, nessuno più le difende. Detto altrimenti, mi pare cosa giusta e buona rimuovere l’obbligo di esposizione del vessillo dell’Unione Europea dai locali pubblici istituzionali, ma non vorrei che questo fosse solo, come usa dire, un contentino rispetto alla proposta, che mi pare ad oggi accantonata, di uscire dall’Unione Europea e dall’euro. Come ho più volte evidenziato, il recupero della piena sovranità nazionale in chiave sia politica, sia economica, sia monetaria, rappresenta la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per la riconquista della democrazia. Non può infatti esservi sovranità popolare in assenza dello Stato sovrano nazionale.
La democrazia potrebbe infatti essere definita come la sovranità del popolo all’interno di uno Stato sovrano nazionale. ed è proprio rimuovendo la sovranità dello Stato nazionale che i pretoriani dell’aristocrazia finanziaria no-border, ossia la classe dominante capitalistica transnazionale, hanno gradualmente decostruito le sovranità popolari in Europa. Detto altrimenti, hanno rimosso la sovranità degli Stati nazionali per rimuovere le democrazie. Insomma, va bene togliere la bandiera dell’Unione Europea, sia chiaro, ma deve essere non già un traguardo, ma semplicemente un primo passo in vista del ben più importante obiettivo dell’uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dall’Euro. Il costrutto neoliberale dominante si fonda proprio sulla rimozione della sovranità dello Stato nazionale e dunque della sua possibilità di intervenire nelle questioni economiche e politiche. Ecco perché la riconquista della sovranità piena dello Stato nazionale è di importanza dirimente e la condizione ineludibile a ciò che si torni a guadagnare uno spazio di autentica democrazia.
Radioattività – Diego Fusaro