Ha fatto discutere l’ultimo film di Luca Guadagnino, Challengers, uscito nelle sale lo scorso 24 Aprile. Le scene di sesso all’interno della pellicola del cineasta italiano hanno destato non poco scalpore tra critica e addetti ai lavori. La sensazione è che, seppur modernissimo, il cinema odierno non sia più abituato a uscire fuori dalle righe. Regna sovrano il bigottismo a Hollywood, tra asterischi, schwa e politically correct. Ne abbiamo parlato con Franco Trentalance, attore, imprenditore e mental coach, ai microfoni di Francesco Caselli a Radio Radio Cafè.
Ritieni che quella sul film di Guadagnino sia una notizia che possiamo accogliere positivamente?
Penso che qualsiasi cosa promuova la libertà di espressione e riduca il bigottismo e la censura sia positiva. Se Hollywood torna ad esplorare scene erotiche, ritengo che sia un segnale positivo. Tuttavia, personalmente ritengo che gli attori di Hollywood, per quanto bravissimi, non siano necessariamente adatti a scene di sesso esplicito, in quanto hanno limiti evidenti e non possono superare certi confini.
Parlando di censura, quanto credi che dovremmo essere cauti nel trattare certi argomenti e situazioni? Qual è il modo migliore di affrontarli?
La materia erotica e sessuale continua a spaventare molte persone, anche se di altri argomenti più spigolosi se ne parla con disinvoltura. Un problema rimane la nudità, ad esempio, non riguarda solo l’aspetto estetico, ma coinvolge anche l’anima. È una questione che richiede fiducia, autostima ed equilibrio tra egoismo e altruismo.
I linguaggi della comunicazione si stanno aggiornando, parliamo ad esempio di asterischi, può essere considerato anche questo un nuovo modo di censurare?
Sì, anche questo è un modo di censurare. L’arte e tutto ciò che le si avvicina dovrebbe essere un po’ provocatorio, dissacratorio. Il famoso politically correct ti chiude in un recinto invisibile, un recinto che, però, si fa sentire. I recinti, però sappiamo che sono fatti anche per essere scavalcati e non è impossibile. Il sesso è proprio l’emblema di cosa si può dire e cosa si può fare. Faccio un esempio stupido, un po’ di anni fa c’erano film hard che accennavano a un minimo di trama, di dialogo. Erano film che avevano un leggero sentore di cinema e quindi c’era qualche regola in più. Si parla proprio di porno moralizzato: tu potevi in questi film sognare di fare sesso con un partner diverso da tua moglie o tuo marito ma non potevi farlo nella realtà, veniva presentato come un prodotto onirico.
Come leghi queste tue attività? Dal cinema hard sei passato a essere un imprenditore e mental coach. Cosa hai imparato dalle varie esperienze?
Non credo di avere doti particolari se non la curiosità e un pizzico di coraggio. Il sesso è presente in tutto ciò che faccio, non rinnego la mia carriera, e lo integro nel mio lavoro di coach e scrittore, poiché fa parte della mia esperienza e mi permette di conoscere le persone in modo autentico.
Quali limiti credi che gli uomini e le donne del 2024 debbano ancora superare in relazione al sesso e all’intimità?
Sottolineiamo che il sesso è parte integrante della nostra vita, parte delle nostre azioni, dei nostri pensieri, dei nostri desideri e ci mette alla prova in vari ambiti.
Siamo più santi o peccatori oggi?
Siamo peccatori ma con un pizzico di consapevolezza in più, perché uno può fare qualsiasi cosa se ha consapevolezza delle proprie azioni.
Cosa pensi delle nuove forme di espressione e delle piattaforme digitali per esprimere tendenze a livello intimo e quant’altro? Possono essere una nuova possibilità?
Secondo me tutto ciò che permette di esprimersi liberamente e senza censura è positivo. Tuttavia, sarebbe importante avere una sorta di linea editoriale per guidare queste modalità d’espressione, anziché lasciarla completamente casuale.
Qual è il tuo consiglio per coloro che vivono l’amore nel 2024?
Sperimentate, esplorate, ma non sopravvalutate l’amore di coppia. È un tema che richiederebbe un’altra intervista per essere esplorato appieno.