Arriva il cambiamento in Europa? Non proprio.
Nonostante il livello da record di astensionismo, secondo molti un presunto messaggio di non adesione, l’Unione Europea si prepara a riproporre Ursula von der Leyen. Questo secondo l’intesa arrivata tra popolari, socialisti e liberali: le tre forze politiche avrebbero trovato l’accordo per appoggiare un secondo mandato della Presidente della Commissione europea. Cosa che si presumeva avrebbe fatto anche la Presidente del Partito dei Conservatori europei, Giorgia Meloni. Questo in cambio di una posizione italiana importante nella “nuova” Europa. Ora non sembra essere più così.
Alla cena informale delle trattative tenutasi il 17 giugno la premier italiana non era presente perché non invitata.
In seguito alle ultime sull’intesa coi socialisti, lei stessa ha dichiarato in Parlamento.
“Oggi si sceglie di aprire uno scenario completamente nuovo: la logica del consenso su cui si sono sempre basate gran parte delle decisioni europee viene scavalcata dalla logica dei caminetti nei quali alcuni pretendono di decidere per tutti. Se vogliamo rendere un buon servizio all’Europa e alla sua credibilità dobbiamo dimostrare di aver compreso gli errori del passato e avere in massima considerazione le indicazioni che sono arrivate dai cittadini con il voto, che sono chiare”.
“Uno su due degli europei non ha votato”, precisa in diretta Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Veneto.
“Una parte che ha votato ha dato un’indicazione molto chiara, di grande discontinuità verso questo sistema, verso questo mega inciucio tra popolari e socialdemocratici a livello europeo, dove tutto cambia perché nulla cambi”.
“La Meloni – commenta Giorgio Kadmo Pagano – è stata smentita da se stessa, nel senso che era stata tra le prime fautrici della von der Leyen. Dopodiché sostanzialmente nella ‘notte dei lunghi coltelli’, nella cena informale di10 giorni fa, l’Italia non c’era.
Lo sgambetto della von der Leyen alla Meloni? Già la dice lunga su come è stata gestita questa cosa da parte della Meloni stessa.
La seconda cosa è che noi ci dimentichiamo a proposito di democrazia che un dato fondamentale è che qui si decide per Paese”.
Ascolta l’intervento integrale da Francesco Borgonovo.