Non riguarderà l’Italia, diciamolo subito, ma ben 15 paesi europei sono già provvisti di contratto vaccinale fresco di stampa per far fronte all’aviaria. Proprio dagli Usa, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, nuove scoperte indicano che il processo di mungitura è una possibile via di diffusione dell’influenza aviaria tra le mucche e dalla mucca all’uomo.
Per “contenere l’epidemia” però l’UE pare aver giocato d’anticipo: i quindici Stati coinvolti nell’accordo «sono Danimarca, Lettonia, Francia, Cipro, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Islanda e Norvegia», spiega la Commissione Ue.
Dietro quello che però viene presentato in pompa magna come l’anticipare un problema potrebbe celarsi uno specchietto per le allodole bello e buono.
Sono 665mila le dosi di vaccino a uso umano contro la trasmissione dell’influenza aviaria richieste alla farmaceutica inglese Sequirus “e se nel contratto è previsto che ne possiamo comprare ancora non so quanti, appena diranno in qualche maniera che la cosa ha fatto il salto di specie, ecco che ricominciamo a muovere miliardi di euro verso le case farmaceutiche“. E in effetti il contratto, che ha la durata di 4 anni, prevede la possibilità che vengano forniti altre 40 milioni di dosi.
“Siamo arrivati veramente al paradosso, sembra quasi che sia la dimostrazione di una funzionalità eccellente dell’apparato europeo, perché appunto significa che manco arriva e noi già siamo pronti“, commenta secco l’endocrinologo Giovanni Frajese.
Difatti «Tutto questo dimostra che l’Unione europea della salute è stata rafforzata dopo la pandemia di Covid-19 – dice il portavoce per la Salute de Keersmaecker – e che i meccanismi che stiamo utilizzando ci rendono ben preparati. Ma ovviamente continuiamo a monitorare la situazione, insieme agli Stati membri e monitoriamo anche molto attentamente ciò che sta accadendo negli Stati Uniti».
Ascoltate il commento di Frajese da Fabio Duranti | Un Giorno Speciale, 12 giugno 2024