Ci siamo: domani, sabato 8 giugno, sarà l’election day. A partire dalle 15:00 alle 23:00 gli elettori possono recarsi alle urne per scegliere chi saranno i nuovi eurodeputati. Si riparte alle 8:00 invece domenica, per chiudere definitivamente i seggi alle 23:00. Saranno 720 i deputati rinnovati, 74 quelli destinati all’Italia che affronteranno un importante banco di prova.
Il contesto in cui queste europee arrivano è infatti quantomai cruciale per la storia del continente. Situata a metà tra Russia e USA ma totalmente nella sfera d’influenza anglofona, l’Europa deve decidere quale ruolo avere nella grana bellica, se aggressivo o per il disarmo, se interventista o diplomatico. Vale lo stesso per altre importanti questioni che vedono l’alba nel 2024, ma che resteranno di attualità nel prossimo decennio quantomeno: i diritti degli agricoltori e dei consumatori, la carne coltivata e la CO2, passando per l’intelligenza artificiale e i diritti, civili e sociali.
Non passerà tutto per una singola elezione, ma tanto si può fare per far sentire la propria voce a Strasburgo. Basti pensare che il problema dei virus manipolati è stato sollevato da un’eurodeputata come Francesca Donato, con il supporto di altri membri dell’europarlamento senza i quali tanto non avremmo saputo della pandemia stessa.
Fu Roob Roos a chiedere a Janine Small, Pfizer in gonnella, delle sperimentazioni sui vaccini circa la capacità di questi ultimi di fermare la trasmissione del virus. “Non le abbiamo fatte, dovevamo andare alla velocità della scienza”, rispose la Small nel clamore generale.
E’ anche questo che c’è in gioco sabato e domenica: la possibilità di avere una voce e fare le domande a chi di dovere.
E’ questo che si gioca Sergio Berlato, candidato con FdI per la prima fila della lista per il Nord-Est in vista delle elezioni europee. Una prima scelta per Giorgia Meloni già contestata da giornali come l’Huffington Post, per cui sarebbe “complottista”, nonché “idolo dei terrapiattisti” ma non meglio precisando il perché.
Berlato ha sempre chiesto, dagli albori della pandemia, trasparenza sul tema vaccini e obblighi, chiedendo lumi sul coprifuoco imposto durante il Conte II e sui protocolli che “consigliavano” di non curare i pazienti a casa.
Lui però non si fa scalfire dalle etichette: lo abbiamo intervistato sulle sue priorità qualora approdasse a Bruxelles.
Nel podcast sue parole ai microfoni di Fabio Duranti | 5 giugno 2024
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