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Ancelotti a Wembley, Carlo d’Inghilterra ▷ Lo Scatto

C’è stata una squadra che avrebbe meritato di chiudere in vantaggio, forse anche doppio, il primo tempo. Vestita di giallo e nero, adrenalinica nelle accelerazioni e famelica di spazi, che con regolarità Sabitzer e compagni hanno trovato dalla metà campo in su, mandando regolarmente in sofferenza Camavinga e compagni sulla linea mediana, sovraesponendo di conseguenza Rüdiger e Nacho al materializzarsi di troppi avversari in area.
In un moltiplicarsi di mani guantate, la Dea Kali nei primi 45′ ha avuto il passaporto belga, perché Courtois ha letto in anticipo ogni incursione dei tedeschi dentro casa sua, con la collaborazione di un deficit di cinismo da parte di Adeyemi e Füllkrug, oltre che del palo.

Si può dire che c’era un rigore quasi fosforescente per il Borussia nel primo tempo? L’abbiamo detto.

La ripresa vede tornare in campo un Real più rapido ed essenziale, soprattutto per merito di un paio di transizioni offensive pilotate a spron battuto da Vinicius. Agli esperti di fisiognomica non sfugge una netta impennata del sopracciglio di Ancelotti.
Come nel primo tempo il Borussia aveva attraversato fluidamente due terzi di campo per produrre le tante insidie per la porta madridista, così nel secondo il Real mostra di aver attraversato la fase più critica della partita rimettendo la testa fuori dal proprio pianerottolo.

Sensazioni, più o meno a metà ripresa: il Dortmund continua a trovarlo, qualche spazio, ma Adeyemi invece di cercare il fraseggio in rapidità come aveva fatto prima, tenta sempre di più la percussione personale; il Real si è nel frattempo fatto più avvolgente: quando le Merengues cominciano a cavalcare così la china di una partita, in genere di lì a poco raccolgono il frutto; anzi, se lo fanno cadere dall’albero sui piedi. O, come in questo caso, sull’albero il Real ci fa arrampicare uno dei suoi, Carvajal, che trova al tempo stesso un decollo tra gli angioletti e una torsione con il collo quasi degna della bimba de “L’esorcista”; anche perché senza bisogno di gocce di acqua santa sulla fronte gli compare la scritta – 1 – 0 -.

Dopo il giro di boa del minuto 80, su un errore da matita rossa di Maatsen, il Real porta Vinicius a spedire una palombella beffarda con traiettoria a incrociare da sinistra a destra verso il palo più lontano della porta difesa dal bravo Kobel.

Dopo il saluto a Toni Kroos, chapeau, arriva l’eterno Modric a gestire la palla. C’è tempo anche per il fuorigioco che vanifica la rete di Füllkrug, poi anche sul terreno di Wembley il padrone di casa è sempre Ancelotti, stasera il più importante Carlo d’Inghilterra.

Paolo Marcacci

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