Il 27 e 28 giugno ci sarà il Consiglio Europeo. I giornali già da oggi danno tutto per fatto, si legge ‘Intesa Ursula Von der Leyen, nuovo presidente della commissione europea, Costa (il portoghese) alla guida del Consiglio, Kallas agli esteri’. Ma se la Meloni farà da spalla a tale formazione è ancora tutto da vedere. Sarebbero infatti tre i paesi europei perplessi, tra cui Slovacchia, Ungheria e proprio l’Italia.
Secondo il Presidente della commissione esteri Giulio Tremonti, il primo dato da tenere in considerazione è il voto europeo. Ma dal fenomeno dell’astensionismo tendenzialmente traspare la non condivisione dei cittadini in merito alle politiche dell’UE: “Ho l’impressione che la posizione dell’Italia sia giusta, perché ciò che è stato votato va in una direzione di cambiamento rispetto a prima“.
Il segnale di insofferenza dell’elettorato è effettivamente crescente, soprattutto nei confronti dei partiti più prepotentemente europeisti, se guardiamo all’esempio di Scholz e Macron. Del resto, spiega Tremonti, l’Europa non è più quella di un tempo e i problemi a cui dare spazio non sono solo economici ma soprattutto politici.
Poi c’è il conflitto tra Ucraina e Russia, che è anche confronto tra culture. Molti Paesi tra cui la Russia, hanno conservato la loro coesione nazionale. La differenza tra l’Europa occidentale e quella orientale sta proprio nelle tradizioni. Si tratta di un aspetto di cui l’UE dovrebbe fare tesoro per mantenere salda la sua identità nel contesto geopolitico internazionale?
Francesco Borgonovo lo ha chiesto a Giulio Tremonti | Punto & Accapo 26 giugno