Le urne si sono chiuse domenica alle 23. Fratelli d’Italia si conferma essere il primo partito a Roma e nel Lazio, sfiorando il 29% dei consensi. Il Partito Democratico supera il 24%, seguito dal Movimento 5 Stelle con il 9,9% dei voti. Mentre Forza Italia ha sorpassato la Lega: registrando il 9,7% dei consensi. Il partito di Matteo Salvini si è fermato infatti al 9,2%.
Per quanto riguarda le Liste, a registrare un numero maggiori di voti è stata Alleanza Verdi – Sinistra che ha raccolto il 6.6 % dei consensi. Male invece per gli Stati Uniti d’Europa che hanno registrato il 3,7 % e Azione di Carlo Calenda che si ferma al 3,3 %. Giorgia Meloni ha registrato circa 2 milioni di preferenze. La Premier è seguita dal Generale Vannacci che ne ha registrate 500.000. C’è però un dato di queste Elezioni Europee che preoccupa ed è l’astensionismo. La mancata affluenza degli cittadini alle urne è stata altissima e a presentarsi è stato solo il 49,7% degli elettori.
“Non è incredibile che Fratelli d’Italia abbia registrato il 29%” commenta il Vicedirettore della Verità Francesco Borgonovo. “Perché evidentemente dopo un po’ di tempo al governo, Giorgia Meloni sta riscuotendo consensi anche se apparentemente alcune politiche poi magari non sono così gradite”.
I commenti a caldo
A proposito di astensionismo, secondo il Sindacalista Savino Balzano, l’Italia non ha fatto una bella figura. “Ritenere che la protesta nei confronti dell’Unione Europea e delle istituzioni dell’UE si esprima con l’astensionismo è stata una scelta un po’ da fessi. Perché che una scelta di questo tipo avrebbe agevolato il successo dei partiti di establishment era facile prevederlo”.
Gli italiani hanno perso l’occasione per dare un segnale positivo e gettare le basi per un cambiamento radicale. “L’insuccesso di Calenda, Bonino, Magi, Marattin, Della Vedova mi da un grande senso di appagamento. Perché hanno sempre negato il fatto che l’Europa abbia fatto male al nostro Paese”.
Ma quali conseguenze concrete ha registrato il partito del non voto? “Ha ottenuto che festeggiano PD e Fratelli d’Italia, i partiti principali che a chi non vota non dovrebbero stare particolarmente simpatici” commenta Borgonovo. Il Vicedirettore precisa che su varie ipotesi, 4 coalizioni prevedono una maggioranza con Ursula Von der Leyen: “quindi non capisco dove sia stata la vittoria del non voto”.
Il pensiero generale, secondo Borgonovo, sembra essere quello a prevalere sia stata l’insofferenza verso l’Unione Europea. “Hanno registrato un po’ più di consensi i partiti euroscettici, però non si riesce a forzare di più. Quindi che Europa diversa ci si aspetta?”.
“Ed è difficile immaginare una maggioranza molto diversa da quella che ha guidato l’Unione Europea fino a questo momento, perché i numeri portano a ritenere sempre più plausibile una rielezione di Ursula von der Leyen“ commenta Balzano.
Il minimo comun denominatore: la guerra
“Ma un cambiamento ci deve essere, perché qui è crollato l’asse franco-tedesco. Macron fino a qualche giorno fa diceva che i giovani francesi erano pronti all’estremo sacrificio, alla guerra, e i giovani francesi lo hanno mandato a stendere” commenta Balzano. Ed è proprio questo che sembra essere il minimo comun denominatore, comune a tutti i cittadini europei: il sentimento contro la guerra. Un cambiamento anche se non radicale potrebbe quindi essere auspicabile, secondo Balzano, perché sulla guerra i popoli europei hanno dato una risposta netta.
Sull’astensionismo il Sindacalista afferma quanto sia impossibile pensare che sia una scelta vincente e che l’assurdità stia anche nel pensare che il successo del Partito Democratico sia sintomo dell’ “effetto Schlein”. “Se confrontate i dati delle Elezioni di quest’anno con quelli del 2019, vi renderete conto che il PD ha preso mezzo milione di voti in meno, proprio grazie alla scelta degli astensionisti. Siccome noi abbiamo un sistema di informazione che fa schifo, già si parla di un grande successo di Schlein“. Un successo che però in realtà, precisa Balzano, in realtà non esiste.