Desidero brevemente spiegare i motivi principali che mi hanno condotto alla decisione di non votare per nessuna delle forze che saranno presenti alle prossime elezioni europee. Chiarisco subito, onde evitare equivoci, che il mio non è un rifiuto generico del voto, che sempre invece ho espresso con un obiettivo molto chiaro. Buttare sabbia nel motore, o fuor di metafora, votare il partito che di volta in volta potesse essere meno organico al potere liberal-atlantista.
Nel caso delle prossime elezioni europee, tuttavia, questa operazione non sarà possibile, e dunque ho scelto di non esprimere il mio voto per nessuna delle forze in campo. Destra e sinistra, come non mi stanco di ribadire ad nauseam, sono ugualmente non votabili, per le ragioni che più volte ho sottolineato. Destra e sinistra sono infatti ad oggi le due varianti dell’ordine neoliberale e atlantista.
Vuoi anche le due ali dell’aquila turbocapitalistica che vola alta nei cieli della globalizzazione neoliberale per poi calarsi rapacemente sui popoli, sui lavoratori e sui ceti medi. Destra e sinistra sono, così intese, soltanto due maggiordomi con il grembiule di colore diverso, ma ugualmente zelanti nel servire il padrone liberal-finanziario, cioè la classe dominante transnazionale. Ma, come si usa dire, se Atene piange, Sparta non ride.
Le forze della cosiddetta area della contestazione dell’ordine dominante che si presenteranno alle elezioni europee sono, se mai è possibile, perfino peggiori delle già tremende destra e sinistra. Si tratta di partiti con poche idee ma confuse, come si usa dire. Quasi come se fossero coalizioni aventi il solo obiettivo di guadagnare qualche posto a Bruxelles.
Abbiamo vecchi comunisti col vitalizio che ora sposano la causa dell’antagonismo rispetto alla globalizzazione liberal atlantista, vecchi comunisti che tutte le volte che hanno avuto occasione di contare qualcosa nella politica si sono rivelati pienamente funzionali e organici all’ordine dominante. Si tratta ancora di soggetti che ancora due anni fa mandavano i droni a controllare i cittadini e a esortarli a rimanere a casa, o che addirittura organizzavano nelle loro piazze cittadine le giornate per le benedizioni di massa col Santissimo Siero. Addirittura alcuni di loro si spingevano apertamente a celebrare Mario Draghi e a sperare che l’Italia venisse messa sotto tutela.
Insomma, mai come in questo caso vale la nota riflessione del filosofo Adorno. La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sapersi sottrarre a questa scelta obbligata. L’ordine della globalizzazione neoliberale mai come in queste elezioni europee si presenta come un partito unico fintamente articolato.
E’ risaputo che nei vecchi totalitarismi rossi e neri il partito unico era quello che esisteva dopo aver messo fuori legge tutti gli altri partiti. Nell’ordine del totalitarismo glemour della civiltà tecnocapitalistica abbiamo sì una pluralità di partiti che fanno apparire democratica la realtà dominante. Epperò detti partiti sono tutti varianti del partito unico del capitale.
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