Il procedimento per la creazione del Fascicolo Sanitario elettronico è stato ufficialmente avviato. Si tratta di un portale che raccoglie tutti i documenti sanitari e sociosanitari dei cittadini consultabili online. Un servizio da cui a quanto pare, potrebbe essere difficile sottrarsi perché c’è tempo solo fino al 30 giugno per rifiutare l’inserimento. Perché sottrarsi? Perché abbiamo già visto in tempo di covid come certi strumenti venivano utilizzati per altri propositi, molto diversi dalla salute. Se l’opposizione sull’inserimento dei dati non viene attuata, il Fascicolo viene creato automaticamente. Il primo contatto con il Fascicolo Sanitario elettronico lo abbiamo avuto durante il Covid, fruibile sull’App IO.
Secondo Enrico Michetti, fondatore della gazzetta amministrativa, oggi si sta facendo un uso distorto della tecnologia che viene utilizzata strumentalmente.
“Si tratta di un delitto per la pubblica amministrazione. Infatti tante banche oggi stanno tornano indietro, e privilegiano il rapporto diretto con il cittadino. Infatti tutte le grandi aziende che hanno avuto successo non stavano nel prestampato, che è un atto di chiusura nei confronti della creatività”.
Il rapporto con lo Stato
Per Michetti l’utilizzo dello “strumento freddo” del telefono, crea una sorta di barriera tra il paziente e l’operatore. Un tempo il rapporto diretto con la pubblica amministrazione era una prassi, mentre oggi si tratta di un “lusso” che va barattato con il denaro. “La pubblica amministrazione si sta chiudendo. Sta cercando di procedimentalizzare tutto, di informatizzare tutto. Quindi di togliere l’anima, l’essenza a quello che invece dovrebbe essere il rapporto tra il cittadino e lo stato“.
Proprio per questo il cittadino si sente di più distante dallo Stato: “Uno schermo ti chiede di compilare qualcosa”. A rappresentare lo Stato dovrebbe essere anche la politica, che ad oggi non si specchia più con il cittadino. “Oggi il Parlamentare non serve più a nulla, è un numero. Spinge il bottoncino e prende 20.000 euro al mese“.
Un tempo il parlamentare parlava con i cittadini”. Il politico era un uomo che rappresentava i cittadini. Senza il voto del popolo e l’empatia che creava con il proprio elettorato il Parlamentare non poteva esercitare il suo potere. “Se non parlava con i cittadini il voto non lo prendeva. Si creava un rapporto umano andando dai cittadini: è a questo che serve, la rappresentanza“.
L’Intelligenza naturale
“I cittadini sono impotenti, perché gli vengono veicolati dei messaggi totalmente fuorvianti. Immaginate tutto quello che si dice sull’intelligenza artificiale, come se fosse la soluzione di tutti i mali, come se si potesse fare a meno dell’intelligenza naturale.
La politica è un atto di filosofia. Se non si conosce la filosofia non si può amministrare. Invece pensano che le competenze di dettaglio vengano prima dei principi”.