Il favore Von Der Leyen a Meloni ▷ “Dimostra ancora una volta ciò che sospettavamo sul governo”

“L’Ue si blinda per arginare Le Pen: “Va tenuta fuori dalle nomine” titola cosi il giornale La Repubblica. Il riferimento è alle prossime elezioni per la presidenza francese nel 2027. “Si cerca subito l’intesa sui vertici europei. Si proverà a chiudere il 17 giugno l’accordo tra Ppe, Pse e Renew su Von der Leyen, Costa e Metsola. Incognita Meloni“. L’intenzione dell’Unione Europea guidata dalla Von der Leyen sarebbe quindi voler arginare la vittoria di Marine Le Pen. “Nonostante sia stata votata democraticamente non interessa, e deve essere fatta fuori” commenta Fabio Duranti. Non solo queste parole fanno scalpore, ma anche le recenti dichiarazioni secondo cui la Von der Leyen vorrebbe bloccare il report dell’Unione Europea sullo Stato di diritto perché critica l’Italia per il peggioramento delle condizioni in cui si sono trovati ad operare i media dopo il governo Meloni.

“Per paura di non essere rieletta, praticamente Von der Leyen decide di bloccarlo” dice Duranti “il report dice che dopo il governo meloni la libertà di stampa italiana è crollata e metterebbe un po’ in cattiva luce il governo Meloni. Siccome la signora Von der Leyen vuole essere rieletta e gli serve il voto della signora Meloni, ha pensato di non fare uscire il report, per fare un favore a Meloni con l’intento che lei lo possa contraccambiare e appoggiarla alle elezioni“.

Il parere di Diego Fusaro

“La libertà di stampa era limitata prima e limitata è anche adesso” esordisce il filosofo Diego Fusaro “la destra neoliberale di Meloni e la sinistra fuksia neoliberale di Macron sono portatrici della medesima visione del mondo. Il fatto che adesso Giorgia Meloni si accinga a sostenere la Von der Leyen mi sembra che sia un argomento abbastanza robusto a sostegno di questa tesi. Ma nei tre anni dell’emergenza epidemica sfido chiunque a dire che vi fosse libertà di espressione e non c’era il governo Meloni”.

La censura

E’ diventata virale la notizia di un ex dipendente di Meta, che è stato licenziato per aver limitato la censura sui contenuti pro Palestina. Secondo la Reuters, l’ingegnere Ferras Hamad ha accusato la società per discriminazione e licenziamento legittimo. “Quello che richiama il vecchio nazismo, fascismo e totalitarismo, oggi invece è diventato un lavoro e se lo esegui male viene licenziato” dice Duranti.

“Un censore che individua la disinformazione presuppone che ci sia un mondo matematico, geometrico, in cui tutto quello che si dice può essere ricondotto alla formula 2 più 2 fa 4 e chi sgarra fa disinformazione” dice Fusaro “Ma sappiamo che nel mondo c’è la verosomiglianza, la probabilità, l’interpretazione e dunque è impossibile ricondurre tutto a formule matematiche.

Quindi combattere contro la disinformazione diventa sinonimo di combattere contro la libera interpretazione, questo è il punto più inquietante di tutta la vicenda. A che titolo il censore può censurare la mia lettura del mondo, su che basi? Forse Dio potrebbe, eventualmente, con la sua omniscienza. Ma Dio non fa il censore ma lascia la libertà delle interpretazioni agli esseri umani, già questo dovrebbe in qualche modo risvegliarci dal sonno dogmatico“.