No, cara Salis, occupare case non vuol dire lottare per il diritto all’abitazione

Sta facendo molto discutere, ormai da settimane, il caso della nuova parlamentare europea Ilaria Salis, passata direttamente dalle catene nell’Ungheria di Orban al posto di europarlamentare. In effetti, surreale era già di per sé che un partito chiedesse voti all’europee con la promessa di liberare una persona dal carcere, manco si fosse trattato di un videogame o di un reality.

Adesso la vicenda diventa ancora più complicata in relazione alla occupazione delle case. L’eurodeputata della sinistra fucsia padronale, guardia arcobaleno dell’ordine mondiale dominante, conferma di essere stata attivista del movimento di lotta per la casa. Si tratta di collettivi che disinvoltamente, apprendiamo dai giornali, violano domicilio e proprietà altrui e si intrufolano in case private al fine di occuparle.

Ebbene, Ilaria Salis, alcuni anni fa, si trovava all’interno di quell’abitazione durante i controlli della municipalizzata Haller, la quale municipalizzata ora le chiede di versare 90.000 euro come indennità per l’occupazione. In effetti ora con lo stipendio da europarlamentare la Salis potrebbe permettersi senz’altro di pagare detta cifra.

La Salis precisa in vero di non avere alcun procedimento, né penale né civile, aperto in relazione alla vicenda. Conferma tuttavia l’esistenza di un credito che Haller ha contabilizzato a suo nome. Come se non bastasse, Ilaria Salis rivendica la sua azione e afferma, sono parole sue, di sostenere con grande orgoglio il movimento Lotta per la Casa.

Subito è intervenuto, puntuale come un orologio elvetico, Fratoianni, il capo del partito della New Left ultracapitalistica, che ha eletto la Salis. La Lotta per la Casa, ha detto Fratoianni, non sia considerata reato. Mi pare a dire il vero che si sia creata una lieve confusione, foriera di notevoli danni.

La lotta a ciò che tutti abbiano una casa è sacrosanta, ma non si conduce certo occupando le case altrui, cosa che costituisce reato ed è un gesto massimamente spregevole. Ancora una volta, la sinistra liberista rivela il proprio animo anarco-capitalistico, centrato sull’esproprio dei beni altrui e sull’imposizione del diritto del più forte. Se non sei in casa, posso occupartela perché vale il diritto della forza.

Da notare che questi guerriglieri dell’arcobaleno non menzionano nemmeno i grandi capitalisti della finanza e dell’e-commerce, prendendosela sempre e solo con i ceti medi sofferenti, di cui evidentemente pare diventi legittimo addirittura occupare le case. Una situazione tragica, sicuramente, che ben rivela l’animo dell’odierna sinistra fucsia liberale atlantista, quella che già da tempo ha smesso di combattere contro il capitalismo e che invece combatte contro i ceti medi, che di fatto sono il nemico privilegiato, insieme con le classi lavoratrici, per il grande capitale no border. La sinistra dovrebbe essenzialmente attaccare il grande capitale, il padronato cosmopolitico, le multinazionali, gli oligarchi dell’e-commerce e dell’high-tech, i grandi padroni del mondo.

E invece no, non dicono mai nulla contro queste categorie e preferiscono attaccare i già sofferenti ceti medi, che sono già da tempo bersaglio dello stesso padronato cosmopolitico rispetto al quale la sinistra fucsia pare perfettamente solidale sotto ogni profilo.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro