Dobbiamo porci dei seri dubbi sull’incidente che ha colpito la scorta di Viktor Orban in Germania

Nei giorni scorsi si è verificato purtroppo un grave incidente. Un incidente che ha colpito in Germania la scorta di Viktor Orban, presidente dell’Ungheria. Una donna alla guida di una BMW a Stoccarda non si è resa conto della barriera e ha colpito la motocicletta di uno dei due agenti della polizia, che purtroppo è deceduto.

In particolare due motociclette della polizia tedesca erano impegnate a scortare l’auto blu di Orban verso l’aeroporto quando si è verificato il tragico e funesto episodio. Orban, per fortuna, è rimasto illeso. Su tutti i quotidiani nazionali ed europei si parla genericamente di tragico incidente e potrebbe benissimo essere andata così, sia chiaro.

Tuttavia, mai come in questo caso, credo opportuno sollevare il dubbio iperbolico cartesiano, dubbio che così potrebbe essere condensato: si è trattato realmente di un incidente o potrebbe anche esservi dell’altro? La domanda del resto mi pare doverosa, e mi pare doverosa se si considera che negli ultimi due mesi abbiamo assistito ad altri incidenti piuttosto sospetti che hanno coinvolto puntualmente politici decisamente poco allineati e decisamente poco ortodossi. Ricorderete senz’altro il caso dell’elicottero del presidente iraniano, precipitato per un tragico incidente, così almeno ci hanno garantito.

Un tragico incidente che ha causato la morte di tutto l’equipaggio, compreso il presidente iraniano. E senz’altro non avrete dimenticato la vicenda tragica del presidente slovacco Robert Fico, reso oggetto di un attentato a opera di un poeta schierato dalla parte dell’opposizione liberal progressista. A differenza del presidente iraniano, Robert Fico, che pure ha lottato tra la vita e la morte, è riuscito fortunatamente a sopravvivere.

E allora domandiamoci, che cos’hanno in comune il presidente iraniano, Robert Fico e Viktor Orbán? Non può non saltare agli occhi come ad accomunarli, anche al netto delle differenze specifiche, sia la loro linea politica, decisamente disallineata rispetto al vangelo della globalizzazione liberale atlantista. Nel caso del presidente iraniano ciò appare più che mai lampante, se si considera che l’Iran, insieme con la Russia di Putin e con la Cina di Xi Jinping, rappresenta ad oggi una potenza a tutti gli effetti resistente all’imperialismo di Washington. Una potenza che la civiltà del dollaro già da tempo ha rubricato alla voce Stato-canaglia, perché in effetti l’Iran è un baluardo, un fortilizio di resistenza all’americanizzazione del mondo.

Per quel che concerne Robert Fico, anche egli si è da subito distinto per una linea politica decisamente alternativa rispetto a quella oggi dominante in Europa. Ricorderete che sui principali e più venduti quotidiani europei lo si è da subito etichettato sprezzantemente come un ‘mastino filoputiniano’. Ebbene, qualcosa di simile potrebbe ragionevolmente dirsi anche per Viktor Orban, il quale, oltre a essere letteralmente una spina nel fianco per l’Unione Europea, già da tempo non nasconde la propria vicinanza alla Russia di Putin.

Insomma, senza accettare a scatola chiusa la confortevole tesi del tragico incidente, forse sarebbe d’uopo domandarsi se non vi sia dell’altro e quelli prima evocati non siano semplicemente tragici incidenti accaduti per caso. Naturalmente gli araldi dell’ordine dominante e i padroni del discorso liquiderebbero subito come complottista questa domanda, come del resto ogni domanda vagamente discordante dall’ordine discorsivo egemonico. E magari, chissà, ci spiegherebbero con zelo che opporsi a Washington e alla globalizzazione neoliberale semplicemente non porta bene.

E tuttavia noi riteniamo fondamentale porre la domanda, sollevare il dubbio, più che mai è d’uopo provare a pensare nell’odierno tempo del cogito interrotto.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro