Istantanee da due debutti: quello dell’Olanda nel Gruppo D, al Volksparkstadion di Amburgo, opposta a una coriacea Polonia, alla fine regolata con una prova di forza da parte degli uomini di Koeman che, oltre a dover rimontare il gol del vantaggio polacco realizzato con merito grazie a un colpo di testa di Buksa in anticipo su Dumfries, ha dovuto piegare nel finale la resistenza opposta, in particolare, dalle parate di uno Szczesny letteralmente in stato di grazia. Di Gakpo il pareggio olandese, sotto il muro arancione della tifoseria arrivata in massa dai Paesi Bassi, con una conclusione secca e tesa che ha incontrato la fortunata – per l’Olanda, si intende – deviazione di Salamon, dopo la quale la traiettoria è risultata inesorabile per il succitato Szczesny. Qualità e intensità hanno poi consentito agli orange di portare via l’intera posta nel finale: rete del neo entrato Weghorst, che la mette dentro praticamente al primo pallone toccato dal suo ingresso in campo, con una girata letale al termine di un’azione corale pilotata dall’inesauribile Akè.
In mezzo prima, del confronto che alza più di ogni altro la soglia d’attenzione per l’ordine pubblico, nel pomeriggio del Gruppo C la Danimarca di Eriksen, che torna al gol nella rassegna che lo vide rischiare la vita, impatta per 1-1 contro la Slovenia, per i cui colori Janza mette a segno il pari.
In serata, a Gelsenkirchen, nell’altra gara del Gruppo C, come già annunciato, Serbia e Inghilterra hanno dato vita a un match tirato, intenso, a tratti giocato molto sull’impatto fisico. Segna al minuto 13 Jude Bellingham, sfruttando a centro area un cross di Saka da destra: gli inglesi, fornendo una prova di solidità che nulla concede allo spettacolo, quel gol se lo fanno bastare, indirizzando subito il loro cammino nel girone. Non che Vlahovic e compagni non ci abbiano provato fino alla fine, anzi, ma un po’ per i guanti di Pickford, un po’ per quel quid di cinismo che è mancato loro sotto porta, restano a zero dopo l’esordio nel big match del girone.
Paolo Marcacci