La Presidente Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha discusso delle recenti decisioni di politica monetaria e delle prospettive economiche per l’area euro. La Banca Centrale Europea ha rimosso un orientamento accomodante e mantiene un atteggiamento duro e restrittivo per riportare l’inflazione al 2%. La Lagarde ha sottolineato che il ciclo di riduzione dei tassi non è concluso e che la Banca Centrale Europea rimarrà in territorio restrittivo, cioè terrà il costo del denaro alto e quindi ridurrà sostanzialmente la possibilità di accedere a buon mercato ai debiti fino a quando l’inflazione non sarà stabilmente ridotta. Ha rivelato che lo scudo cosiddetto anti-spread è stato creato in circostanze urgenti a Londra e la decisione di abbassare i tassi è stata quasi unanime, tuttavia la discesa dei tassi, cioè le condizioni più favorevole all’economia, non saranno un percorso lineare.
La Banca Centrale Europea valuterà i dati economici ad ogni fase del percorso, e la Lagarde ha spiegato che i tassi di interesse sono stati alzati di 450 punti base in poco più di un anno, secondo lei riducendo l’inflazione dal 10,6 al 5,2 e successivamente al 2,6. Non dice nulla ovviamente del fatto che viene massacrata l’economia, ma questo è un dettaglio che dico io. Lagarde ha anche affrontato temi come la crescita economica, appunto, la necessità di un’unione dei mercati e dei capitali, quello che interessa loro, il futuro della next generation dell’Unione Europea, la retorica di regime. Ha sottolineato l’importanza degli investimenti in Europa e l’impegno della Banca Centrale Europea nel contribuire alla stabilità economica, quindi è un completo diciamo controsenso questo discorso. Infine ha parlato di un possibile euro digitale e dell’importanza di un quadro giuridico per la sua emissione, ribadendo che l’obiettivo principale della BCE è il raggiungimento dell’inflazione del 2%, un po’ come dire il loro mantra, il loro credo religioso. Certo, la crescita è crescita anche soltanto dello 0,1%, quindi per loro che poi le famiglie e le imprese siano in difficoltà non è un problema.
In sostanza l’Unione Europea e l’Eurozona ormai stanno diventando una vera zavorra dell’economia mondiale. Per fortuna io non mi occupo di queste cose ma mi occupo di consulenza alle imprese, anche oggi farò consulenza di strategia aziendale ad un’impresa, l’ho fatta anche ieri, anche a giovani imprenditori che vogliono avviare delle nuove imprese, settore vini, settore costruzioni, settore metalmeccanica, tutti i settori italiani.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi