“Liberaci dal male”, in migliaia al Flaminio contro Lotito ▷ Orsi: “Qualcuno deve fare o un passo avanti o indietro”

I tifosi biancocelesti scendono in piazza.
Non è l’unica occasione in cui tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e i suoi tifosi si accende una aperta contestazione.
L’ultima si è verificata in un grande corteo che si è svolto a Roma, più precisamente dallo stadio Flaminio a Ponte Milvio.
Partita dagli ultrà della Curva Nord ma prolungata dalla partecipazione di molti altri tifosi: secondo il Corriere dello Sport erano circa 10 mila.
Lo scopo? Contestare il presidente e la gestione della società, secondo i tifosi non all’altezza.
“Libera la Lazio”, “liberaci dal male”: slogan e striscioni rendono molto chiaro il messaggio. Non è invece nel mirino della contestazione il nuovo allenatore. “Niente contro Baroni, tutto contro Lotito”.

Tutti hanno ragione e tutti quanti hanno torto“, sentenzia Nando Orsi in diretta a Radio Radio Mattino – Sport & News.
Io ho passato 17 anni in una società così come la Lazio, e non c’è stato mai un così grande fermento e grande contestazione come in questo momento. Però bisogna fare anche o un passo indietro o un passo avanti per il bene della società perché sennò si comincia male.
Ed è vero che a prescindere uno può contestare un meno, però poi dopo ci sono altre implicazioni che sono molto importanti: quelle di una società che se sta a cuore ai tifosi fa un passo indietro, se sta a cuore al presidente della società fanno un passo indietro anche loro, oppure fanno un passo avanti e si vanno a spiegare. E una delle due fa qualcosa di diverso, di più. Sull’attaccamento della tifoseria non ci sono dubbi, sull’attaccamento della società qualche dubbio ce l’ho. Perché il calcio non è soltanto due conti, ma è emozione.
Quindi ogni tanto un po’ di emozione sarebbe giusto darla. Perché poi i tifosi sono quelli che pagano e basta per avere indietro soltanto l’ebrezza di un gol oppure il sogno di un giocatore importante.


Secondo me non serve tanto.
Serve soltanto un po’ di buonsenso e un pochino di senso di appartenenza
“.

Il direttore Ilario Di Giovambattista ha commentato su Twitter la vicenda.