L’Italia è veramente un posto meraviglioso, nel quale, mentre le imprese fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e le famiglie arrancano, sulle pagine dei principali quotidiani economici si discute di temi interessantissimi come per esempio la sovranità. Ebbene, in questo interessante dibattito c’è chi dice che vi siano due modelli: il cosiddetto modello Westphalia, dove la sovranità sarebbe unica e indivisibile, e il modello Philadelfia, dove invece la sovranità sarebbe caratterizzata da una divisione dei poteri su più livelli.
E si prendono sempre come esempio gli Stati Uniti d’America. Ovviamente c’è qualcuno che vorrebbe che l’Europa diventasse così e che la sovranità venisse divisa in Europa per tipo di poteri esercitati.
Facciamo notare alcune piccole incongruenze in questa teoria: applicare una teoria del genere al modello Unione Europea sarebbe semplicemente illogico per alcune ragioni. Primo, perché l’Unione Europea non è una federazione di Stati e auspicabilmente, dal mio punto di vista, non lo dovrebbe essere mai. Comparare dunque l’Unione Europea, che non è una confederazione di stati, con gli Stati Uniti è semplicemente problematico.
Dopodiché una sovranità statale dovrebbe essere legata a un territorio e a un’infrastruttura giuridica. Tuttavia, piccolo particolare, all’Unione Europea manca un dettaglio: la Costituzione. Una carta costituzionale è un elemento fondamentale per qualsiasi entità sovrana e senza una Costituzione l’idea di una sovranità europea è evidentemente inconsistente.
In sintesi, senza un vero Stato federale la divisione della sovranità non sarebbe altro che un furto della sovranità, piuttosto che una reale implementazione. Insomma, la sovranità di uno Stato federale dovrebbe avvenire su più livelli.
Quindi l’Italia dovrebbe cedere la sua sovranità all’Unione Europea? No. L’Unione Europea è uno Stato federale? No. Ha una Costituzione? No.
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