Spesso in economia ci vengono date delle informazioni fuorvianti. Si suppone che i dati riportati siano veri e che le interpretazioni non possano variare più di tanto. Eppure è stato detto recentemente che i titoli italiani tremano più di quelli francesi.
Quest’affermazione sarebbe stata detta a causa del caos politico che sta avvenendo in Francia. Insomma, è stata utilizzata una storia francese per criticare ancora una volta l’Italia come fragile e bisognosa delle solite riforme da parte della solita “forte Europa“. Insomma, una retorica che sta diventando veramente stucchevole.
È innegabile il fatto che il rendimento del buono del tesoro pluriennale, cioè del BTP decennale italiano, sia stato tendenzialmente stabile. Lo spread poi è salito di qualche punto, ma semplicemente perché il rendimento del Bund tedesco era sceso al 2-35% e considerato un rifugio sicuro. Lo spread dei bond governativi francesi è aumentato da 48 a 79 punti, un incremento di 31 punti rispetto ai 22 punti italiani.
Quindi il rischio politico è molto più forte in Francia e allora perché andare a criticare l’Italia? In assenza di una vera unione monetaria e fiscale queste situazioni continueranno a verificarsi sempre: questo è l’assurdo dell’Europa. Facciamo finta di essere uniti ma non lo siamo assolutamente.
Giorgia Meloni non riceve dei messaggi positivi dai mercati, al contrario, grazie a una bilancia commerciale positiva e a una solida posizione netta sull’estero, è l’Italia che sta finanziando il mondo, diversamente dalla Francia.
Insomma gli investitori vedono molto più seri i bond francesi che quelli italiani: un fatto sostanzialmente ignorato. Una situazione assurda, perché l’Italia ha un deficit PIL dell’1,6% dato dal 1919 e questo ci fa capire che le critiche non si basano su dati reali ma su dei dati che sono datati.
Quindi siamo di fronte ad un vero e proprio pregiudizio.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi