Il Gruppo dei Sette è un forum intergovernativo.
Partecipano, appunto, sette Paesi: Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Canada.
Partecipano attraverso i loro principali leader politici. Fino al 2014 c’era anche il G8: i Paesi sopra nominati si incontravano anche con la Russia, che poi è stata sospesa dal forum (in seguito alla crisi in Crimea). L’incontro segue la linea storica di altre grandi alleanze.
Da ricordare quella post prima guerra mondiale: la Società delle Nazioni ideata dagli USA, poi disertata dal senato statunitense.
Anche il riferimento politico di quella era la via pacifista per risolvere le controversie internazionali.
Passano gli anni – e un’altra guerra – e nasce la NATO. Poi la serie di Gruppi a numero flessibile di Stati.
Poi c’è un invitato in via permanente, che uno Stato non è: l’Unione Europea.
Anche al G7 di quest’anno, presieduto dall’Italia, l’UE ha trovato un posto garantito al tavolo delle cene, ma anche delle riunioni.
“Ma che ci sta a fare il presidente della Commissione Europea in mezzo al G7?“, chiede Fabio Duranti ad Alberto Contri.
“Lì c’erano i famosi grandi del G7, ma tutte persone nominate dal popolo. Tranne una che invece è nominata dalle élite“.
Il commento a Un Giorno Speciale | 19 giugno 2024.
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