A 10 anni dall’esperienza da sindaco di Roma, Ignazio Marino torna a candidarsi, in questa occasione con “Alleanza Verdi e Sinistra” per le prossime elezioni europee. L’esperienza alla guida della Capitale, terminata in maniera quantomeno “inusuale“. Lo stesso ex Sindaco di Roma è tornato sulla fine della sua esperienza da Primo Cittadino in diretta durante Punto e Accapo intervistato da Francesco Borgonovo “Devo riconoscere che soffrii molto quando un gruppo di consiglieri, con tutti i consiglieri del Partito Democratico più i consiglieri della Destra si riunirono in un’alleanza abbastanza inusuale. E non si riunirono nel Consiglio Comunale ma nello studio di un notaio, perché non volevano affrontare un dibattito pubblico sul dare o non dare la fiducia al proprio sindaco, ma volevano semplicemente allontanarlo e soprattutto cancellare il voto di 700.000 romani.
Ventiquattro persone che si arrogano il diritto di cancellare il voto di 700.000 romani… Non lo definirei un evento proprio democratico. Accadde senza dubbio perché la mia linea di governo manteneva le promesse elettorali, come ad esempio nel caso della chiusura di Malagrotta, che era la più grande discarica d’Europa ed era gestita dal 1963 fino al 2013 da un singolo soggetto”.
“Chi gliel’ha fatto fare di tornare a candidarsi? Perché secondo me stava meglio senza la politica visto anche le pugnalate che le sono arrivate. Mi sembra infatti che lei abbia il dente avvelenato più col Partito Democratico che con la Destra. Il PD le ha proposto di tornare?”
“Mi cercarono, come anche altre forze politiche. Quando il coordinatore della segreteria di Elly Schlein mi disse di volere un incontro con me… Io ho rappresentato le istituzioni quindi se una figura istituzionale mi chiede un incontro, rispondo si. Mi chiese se potevo tenermi libero un determinato weekend e poi non si fecero sentire. Ho immaginato che avendo diffuso la notizia di un possibile incontro con me a qualche caporrente sia venuto i morbillo e non avranno preferito insistere su questo tema…”.