Parliamo oggi di privatizzazioni. Il Monte dei Paschi di Siena continua a salire in borsa. L’aumento dall’inizio dell’anno è stato del più 70% e addirittura del più 136% negli ultimi 12 mesi.
Il Ministero dell’Economia sta preparando la vendita di un ulteriore 15% di fetta rispetto alla torta totale delle azioni, potenzialmente incassando un controvalore di circa un miliardo di euro. Le precedenti vendite, che erano state a novembre 2023 e aprile 2024, avevano fruttato circa 1,5 miliardi di euro, portando quindi il totale a oltre 2,5 miliardi nelle casse dello Stato. Nonostante questi successi, i risultati complessivi delle cessioni di attività pubbliche sarebbero comunque inferiori agli obiettivi politici del governo italiano.
Oltre a MPS, la vendita prevista dal governo Meloni prevede un altro 2,8% di vendita dell’Eni, che ha generato 1,4 miliardi. È previsto inoltre una vendita del 30% di poste italiane, che potrebbe valere più di 5 miliardi. Il totale della politica delle privatizzazioni del governo Meloni dovrebbe fruttare allo Stato circa 9 miliardi di euro, comunque lontano dai 20 miliardi politici dichiarati entro il 2027.
La Corte dei Conti ha criticato l’inefficacia e la macchinosità delle politiche di gestione degli asset pubblici e la Commissione Europea stima il rapporto debito pili italiano al 138,6% per quest’anno, con un aumento previsto nel 2025 al 141%, quindi superando la soglia del 140, con un debito pubblico italiano vicino a una soglia psicologica, quella dei 3.000 miliardi. Il Fondo Monetario Internazionale, l’ineffabile sempre lui, raccomanda delle riforme strutturali.
Ormai vi ho detto che quando si parla di riforme, cambiate il termine, mettete fregature, avrete idea di che cosa vuol dire. E un avanzo primario del PIL del 3%, che vuol dire alla fine politiche di lacrime sangue, taglio della sanità, taglio delle pensioni, pari a 60 miliardi di risparmi per i prossimi anni, che vuol dire tagliare ovviamente i servizi ai cittadini, triplicando le previsioni del governo per il 2026. Insomma stiamo continuando la politica delle privatizzazioni iniziata 30 anni fa da un certo professor Mario Draghi.
Vi rendo noto che questa politica di svendere i gioielli di famiglia per ridurre il debito pubblico è un’operazione che non regge. L’Italia sta diventando purtroppo per noi un enorme compro oro e quell’oro è il nostro Stato.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi