Sono passati solo pochi giorni dalla liberazione di Julian Assange e già è nata una divisione di opinioni sul caporedattore di WikiLeaks.
Dopo 5 anni di carcere in Regno Unito e un processo decennale, il giornalista australiano è tornato in Australia dopo aver patteggiato con gli Stati Uniti, che lo accusarono di aver illecitamente diffuso documenti militari segreti. Il fatto ha destato più di qualche critica verso la figura di Assange. E’ rimbalzata sui social quella del giornalista Stefano Feltri, che già nel febbraio scorso diceva a Omnibus: “Va ricordato che Assange ha fatto delle cose in una fase della sua carriera di attivista, perché non è un giornalista, che servivano a Putin”.
Dopo la liberazione, Feltri ha scritto nel suo blog: “Il fondatore di Wikileaks si dichiara colpevole, la giustizia americana alla quale si è sempre sottratto lo lascia libero. Altro che persecuzione. Assange non era un martire, ma un equivoco”.
Poi l’accostamento con Matteo Messina Denaro: “Assange non ha mai avuto un processo perché è stato un latitante, come neanche Matteo Messina Denaro”. Da Francesco Borgonovo interviene il giornalista Giorgio Kadmo Pagano, che commenta le affermazioni di Feltri.
“Dobbiamo parlare di Stefano Feltri, francamente? Nel senso che conosciamo bene qual è il pensiero di Stefano Feltri e non so tra l’altro, da questo punto di vista, con quale misura vede le cose. Assange? Certo che era giornalista. Perché Stefano Feltri non dice che il 99% dei paesi del mondo ha avuto a che fare con gli Stati Uniti d’America? A me non risulta che né Cina né Russia, indipendentemente dalle cose interne, abbiano mai avuto una forza e un livello di intrusione come quelli degli anglosassoni. Del resto lo sappiamo, l’imperialismo anglosassone non è di oggi“.
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