Il Partito Comunista Italiano raggiunge il 34,4% dei consensi, siamo alle elezioni del 1976 e il leader assoluto del momento è Enrico Berlinguer. L’11 giugno del 1984 il tragico epilogo: muore a 62 anni all’ospedale di Padova a causa di un’emorragia cerebrale, sopraggiunta qualche giorno prima durante un comizio per le elezioni europee.
Berlinguer nasce a Sassari nel 1922 ed entrò nel Partito nel 1943 (quando quest’ultimo era ancora illecito), partecipò alla Rivolta dei Forni di Sassari nel 1944 finendo in carcere per 100 giorni. Nello stesso anno conobbe Palmiro Togliatti.
Nel 1948, a 26 anni, entrò nella direzione del Partito ma solo nel 1972 ne divenne il Segretario nazionale.
Ancor prima di tutto questo, a soli 15 anni, grazie a nonno Enrico e padre Mario entrò in contatto con gruppi antifascisti e continuò fino alla sua morte la tradizione legata alla famiglia nel contrastare il fascismo.
Un politico con carattere timido ma deciso, così venne definito dalla maggior parte delle persone che entrarono in contatto con lui.
Fu l’uomo del ‘compromesso storico’ con la Democrazia Cristiana e quello che riuscì a guidare il Partito al graduale distacco tra comunismo italiano e sovietico.
Ricordiamo la famosa intervista di Eugenio Scalfari che introdusse il momento storico della Questione morale dove si legge, in prima battuta: ‘I partiti non fanno più politica’, mi dice Enrico Berlinguer, ed ha una piega amara sulla bocca e, nella voce, come un velo di rimpianto. Mi fa una curiosa sensazione sentirgli dire questa frase. Siamo immersi nella politica fino al collo: le pagine dei giornali e della Tv grondano di titoli politici, di personaggi politici, di battaglie politiche, di slogans politici, di formule politiche, al punto che gli italiani sono stufi, hanno ormai il rigetto della politica e un vento di qualunquismo soffia robustamente dall’Alpi al Lilibeo […].
Dove va il PCI? Intervista ad Enrico Berlinguer, La Repubblica, 28 luglio 1981
Oggi il Presidente Sergio Mattarella in un messaggio lo ha ricordato così: “Personalità politica stimata e popolare, capace di scelte coraggiose, che hanno rafforzato le basi della Repubblica e consolidato la crescita democratica del Paese. Berlinguer è stato leader del movimento comunista italiano in un decennio particolarmente difficile che lo vide impegnato a difendere la Costituzione e la vita democratica da attacchi eversivi e dagli assalti del terrorismo. L’assillo della pace e della cooperazione internazionale lo condusse a proporre percorsi e scelte sempre più autonomi, nell’interesse del popolo. Il suo contributo, ideale e culturale – conclude – ha concorso ad associare i lavoratori che si riconoscevano nel Pci a quel cammino di integrazione europea che l’Italia è stata capace di percorrere da protagonista”.
In onore del Segretario, dal 10 al 13 giugno nelle sale italiane si proietterà Arrivederci Berlinguer!, il documentario diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi.