“Patto con lo spogliatoio la formazione di stasera?
Quanti anni ha lei? 51? Ha ancora 14 anni di pippe (testuale) prima di arrivare a 65, io ne ho 65… Questo glielo hanno detto, io parlo con i giocatori, io devo sapere ascoltare con le loro orecchie e vedere con i loro occhi. Per cui ci parlo e qual è il problema? Patto cosa? Lei non l’ha interpretato, glielo hanno detto! E fa bene a ridirlo, però non si prenda delle licenze che non sono sue. Sono debolezze di chi racconta le cose, uno dell’ambiente interno che racconta le cose fuori è uno che fa male alla nazionale“.
Così Luciano Spalletti battibecca con un giornalista nel post Croazia Italia. Il pareggio raggiunto in extremis per mano di Zaccagni non ha placato l’animo pugnace del mister, che prima ha bisticciato con Condò e Capello su Sky, poi con l’inviato di Radio 24 in conferenza.
Il cronista ha chiesto al Ct se la formazione schierata fosse frutto di un patto con la squadra. Questione che ha indispettito Spalletti come sta accadendo di sovente in questa prima fase di Euro 2024.
Naturale che la tensione possa portare a discutere animatamente, ma l’aplomb talvolta non è solo una questione di forma: “Uno screanzato“, lo definisce il giornalista Tony Damascelli a Radio Radio lo Sport. Ovviamente “nel senso etimologico del termine, senza creanza. Tu sei in quel momento l’allenatore della nazionale, nonché un uomo della federazione“.
Le scuse da Spalletti a Dario Ricci sono arrivate addirittura durante la notte: “Pronto Dario? Sono Luciano…”, riferisce lo stesso cronista sulle pagine de Il Sole 24 Ore. Sarebbe stato decisivo l’intervento di Gabriele Gravina.