Siamo all’856esimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina, nel mezzo di un conflitto iniziato due anni fa. A maggio i soldati russi hanno aperto un nuovo fronte di guerra, entrando nella regione nord di Kharkiv. Le autorità fino ad oggi hanno disposto l’evacuazione di circa di 16.000 persone. Le truppe ucraine risultano essere sempre più debilitate per la mancanza di truppe e munizioni. Mentre la Russia sembra stia facendo ricorso alle arme chimiche. La supposizione arriva dagli Stati Uniti che accusano Mosca di aver utilizzato la cloropicrina e gas lacrimogeni come strumento di guerra. L’inalazione di tali sostanze tossiche rappresenta un grave rischio per la salute e una violazione della Convenzione sulle armi chimiche. Intanto i Russi hanno occupato la centrale ucraina di Zaporizhzhia e sembra che un attacco delle forze di difese ucraine abbia distrutto la stazione di controllo delle radiazioni della centrale. Il ministro della Difesa russo Belousov ha ammonito gli Stati Uniti del rischio di una nuova escalation se continueranno a fornire armi all’Ucraina.
La reporter di guerra Giusy Criscuolo si è recata al fronte per documentare le ultime notizie sulla guerra. “Oggi sono stata sulla red line, a Rudky a nord est e a Zahir’ya. Nel primo villaggio ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una trance di razzi. Il villaggio è praticamente inesistente, e ci vivono soltanto i militari”.
L’arma più letale: i droni
La reporter racconta quanto sia stato difficile muoversi dentro la regione di Kharkiv. La minaccia silenziosa dei droni si aggira per le strade della città, mentre i cittadini cercano di nascondersi da essi. Il momento principale in cui i russi cercano di colpire, spiega Criscuolo, è durante l’evacuazione. “Iniziano a lanciare i razzi sulla strada per evitare che diventi percorribile. Poi mandano i droni e altri tipi di mezzi per bloccare l’evacuazione. Oggi i razzi sono passati sopra le nostre teste: era qualcosa che non avevo mai visto prima. Da li abbiamo dovuto correre senza fermarci, perché da li a poco avrebbero distrutto tutto e cosi è stato.
Non si può andare piano e devi sempre correre su strade sterrate. Perché i droni hanno difficoltà a colpire mezzi in movimento veloci”. La richiesta dei russi, spiega la giornalista, non è di colpire i villaggi ma le basi aeree in modo da rendere difficile la riorganizzazione dell‘offensiva. Criscuolo spiega quanto sia importante uscire fuori dai “radar” mentre ci si trova al fronte. E’ indispensabile togliere la connessione internet altrimenti i droni possono rintracciare il dispositivo. “In alcune zone non puoi tenere la connessione attiva“.
La situazione a Kharkiv
Se molte persone hanno scelto di evacuare, spiega la giornalista, tanti altri cittadini hanno deciso di restare. In alcuni villaggi, nonostante le case siano state distrutte, tanti anziani hanno deciso di non abbandonare le loro radici: una scelta coraggiosa. Mentre altri edifici sono presieduti dai militari. Un altro luogo pericoloso dove non si dovrebbe presidiare, sono le zone verdi: “Intorno alle strade, nei bordi dove c’è il verde, ci sono dei segnali rossi che indicano le mine. Quindi non è consigliato andare sul verde perché c’è il rischio di saltare in aria”. Per quanto riguarda l’offensiva russa, essa in alcune zone sembra essersi arrestata.
“Nella zona nord di Kharkiv è rimasto tutto bloccato rispetto a due anni fa. Quelle sono le posizioni che vengono mantenute. Il sud vicino Kramators’k è abbastanza tranquillo: si è stabilizzato. Ad essere colpito è la zona est, perché la chiave di entrata di ingresso per Kharkiv e per poter andare a Kiev. Ma la stanno tenendo bene: non fanno passare nessuno, è tappezzata di militari e di mezzi nascosti“. Infatti i mezzi di trasporto non dovrebbero essere eccessivamente visibili e la maggior parte dei civili si muove con delle macchine di colore scuro o camo. “Noi in questo momento giriamo con una macchina grigia a vista e quindi rischiamo tantissimo, soprattutto con i droni”.
Le regioni maggiormente sotto attacco sono quelle di nord-est ed est. “La zona est è quella che vogliono riprendere per poter entrare su Kharkiv. Ma attualmente i russi si sono bloccati ad otto chilometri”. Quindi gli ucraini sembrano resistere fortemente all’offensiva russa. Una particolarità, spiega la giornalista, è che agli ucraini mancano gli uomini, mentre ai russi mancano le armi. “Quindi c’è una sorta di parità”.