Il sistema calcio può imparare dal tennis? Parla l’artefice del successo del movimento italiano

Il torneo di Wimbledon è iniziato, con grandi speranze per gli italiani, Sinner in testa che arriva al torneo da numero 1 al mondo. Mentre il tennis porta risultati storici il calcio italiano decade. Francesco Di Giovambattista: “Il tennis ci riconcilia un po’ con le vittorie, con lo spettacolo. con il fatto che ci sono tanti giocatori italiani in questo momento che si stanno mettendo in mostra, ma non solo Sinner e i famosi Berrettini e Musetti, ma dai Cobolli in giù stanno venendo fuori tanti ragazzi e ovviamente le ragazze con Jasmine Paolini. Dal momento che lei è considerato un po’ l’inventore del sistema tennis, possiamo dare dei consigli alle federazioni, soprattutto quella di calcio, per rifondare il sistema?

La ricetta di Michelangelo Dell’Edera: “Dei consigli diventa difficile, però sicuramente basare il proprio sistema su formazione e decentramento con un’ottima organizzazione potrebbero essere le tre parole chiave per ristrutturare e riorganizzare un sistema. Una cosa è certa, però questi processi non sono immediati. Ci vuole più di un decennio per costruire nel Paese una cultura sportiva con il coinvolgimento e tra insegnanti, genitori, federazione e costruire un ambiente virtuoso, quindi ci vuole del tempo. Accelerare determinati processi potrebbe essere a quanto pericoloso. La nostra federazione, mi riferisco a quella tennis, dopo 110 anni oggi tennis, padel, ma possiamo dire anche beach tennis, possiamo dire anche l’attività del wheelchair che è un’attività inclusiva, ha basato la sua attività su una ragnatela tecnico-sportiva strutturata sul territorio con 4000 circoli affiliati e 2000 scuole tennis che potenzialmente sono strutture tecniche nazionali”.