Ora il secondo round. O secondo turno, per meglio dire. Il primo delle elezioni francesi ha parlato e ha detto “Le Pen” forte e chiaro.
Il Rassemblement National ha già incassato 39 seggi sui 577 disponibili che compongono una delle camere. Ma, appunto, occorrerà attendere il secondo responso per vedere tutte le caselle colorarsi.
Per capire come accadrà dobbiamo comprendere come funziona – a grandi linee – l’intero sistema elettorale transalpino. Si conquista un seggio sicuro se, nella propria circoscrizione, il candidato ottiene un certo numero di preferenze. Numero che cambia in base all’affluenza. Approfondiamo meglio.
Il processo di elezioni in Francia è molto diverso da quello italiano e decisamente più complesso. Nel primo turno, in ogni circoscrizione può vincere un solo candidato e solo se ottiene il 50% dei voti espressi da almeno il 25% degli elettori. L’affluenza gioca un ruolo determinante nella vittoria. Maggiore è l’astensione, più difficile è superare la soglia: nella prima tornata di Giugno vinta da Le Pen è stata del 66%.
Sono i candidati arrivati secondi a chi ha preso più del 50% nella prima tornata a scendere in campo nella seconda tornata? Niente affatto.
Al ballottaggio del secondo turno accede chi ha ottenuto almeno il 12,5% dei voti di chi è iscritto nelle liste elettorali di quel collegio. Ad ottenere il seggio è quindi il candidato con il maggior numero dei voti presi nella seconda tornata. I candidati sono in media 7 per circoscrizione. Il mandato dei deputati dell’Assemblea Nazionale è di cinque anni.
Il sistema del secondo turno può ribaltare totalmente il risultato delle elezioni. Il sistema diviso in questo modo mira a garantire la stabilità governativa, riducendo la frammentazione politica in Parlamento, per far sì che i candidati possano contare su un forte sostegno. Sempre questo sistema però rende l’elezione fortemente incerta. Saranno più di 300 i ballottaggi “triangolari”, cioè con tre candidati in gioco per un seggio, e la seconda tornata si giocherà tutta qui per un motivo: strategia.
Per arginare la Le Pen infatti le forze di Macron e Melenchon – la vera e propria sinistra francese – potrebbero unirsi (nonostante una campagna in cui se ne sono dette di tutti i colori). Come? C’è tempo fino a martedì 2 luglio alle 18.00 per scegliere se ritirare i candidati arrivati terzi nel primo turno.
Le forze di sinistra hanno infatti già deciso di ritirare i propri candidati che al primo turno sono arrivati terzi nelle circoscrizioni in cui un candidato di RN è arrivato primo: l’idea è che al ballottaggio i voti dei partiti che si oppongono a Le Pen convergano sul deputato arrivato secondo, e non si disperdano voti.
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