Quale sarà il contributo che i giovani di domani daranno al nostro Paese? È la domanda che lo Psichiatra Paolo Crepet si pone nel momento in cui gli viene chiesto di esprimere un’opinione sincera sui ragazzi di oggi. Le parole dello Psichiatra in merito al rapporto tra figli e genitori non è passato in sordina, ma ha acceso un vivace dibattito. La visione di Crepet in merito ai festeggiamenti per la festa di Laurea non è cambiata: “Sembrava che arrivassero Pavarotti e la Callas, una roba per me da brivido. Ma se sono promossi il 99,9% dei ragazzi, devo anche spendere i soldi per andare a prendere il Bouchet? Io dico, ma l’ultimo neurone dove è rimasto, su quale raccordo anulare sta girando?”. Le provocazioni a quei genitori con “la coda di paglia” come lui stesso li definisce, non mancano mai.
Perché il problema più grande dei giovani sottolinea lo Psichiatra, è che ai giovani di oggi manca la volontà di osare e di uscire dalla propria comfort zone. “Quando sento qualcuno che dice che vuole la comfort zone, mi viene un prurito, ma un prurito alle falangi! Dio non li sopporto proprio i comodosi”.
Il concetto di eredità
Qualche tempo fa l’attore Luca Barbareschi, rilasciò un’intervista in cui parlò del suo rapporto con la sua famiglia, rivelando di aver diseredato tutti i suoi sei figli. Il motivo per cui lo fece era per fargli comprendere il valore del duro lavoro e quanto fosse importante nella vita di ognuno. Da molti fu giudicata un’idea estrema ma il concetto di ricchezza acquisita può essere spesso un’arma a doppio taglio. Crepet sottolinea come quella che si chiama eredità, sia in realtà la morte di una generazione.
“Io mi ribello, se l’eredità coincide con la morte dello spirito delle nuove generazioni, allora meglio devolvere tutto a una fondazione benefica, come fece Bill Gates che ha donato il 99% di quello che ha. Perché non lo fa un grande industriale italiano? Non devono essere trattati come se avessero chissà quale conflitto con i figli, è il contrario. Sono quelli che hanno il conflitto con i figli che pensano di pacificare tutto con quattro garage”.
Mordere il Cielo
In libreria è uscito da poco il nuovo libro di Crepet, dal titolo “Mordere il Cielo“. “Sono 300 pagine di incazzatura” dice ironico “ma vogliono invitare a tirare su gli occhi dalla terra e scoprire che il cielo è diverso tutti i giorni e tante volte al giorno. Mordere, significa avere un’aspirazione legittima cioè quella di vivere e poi ancora vivere. Ognuno poi fa a modo suo, ma vivere sul divano è complicato: bisogna alzare il Lato B e andare da qualche parte”.
Il libro contiene un messaggio molto importante indirizzato ai giovani, ovvero fare i conti con la vita, affrontandola di petto. Spesso il più grande sbaglio dei genitori è proprio quello di evitare ai propri figli la parte più dura della vita quotidiana. “E’ un errore enorme. Se Yannick Sinner ha una speranza, e ce l’ha assolutamente, è perché ha perso. Quindi ha capito come si fa a non perdere, ha capito quali sono i suoi lati deboli”. L’unico modo per crescere e diventare dei vincenti, è quello di combattere contro i propri limiti.
I giovani di ieri e quelli di oggi
“Tanta musica, tanta buona arte, tanta buona letteratura ha avuto a che fare con comportamenti a volte estremi, con l’alcool e le droghe. Jimi Hendrix non è morto di freddo. Ma ci ha lasciato tante cose meravigliose. I suoi assoli vanno ben al di là dell’alcool. Quindi per un giovane, io non sarei preoccupato di quanti spritz si fa, ma di che idee produce. A parte bere, in che modo mi sgomenti con idee straordinarie?”
Se poi quelle idee hanno accanto un bicchiere di Gin va bene, dice Crepet, ma l’importante è che la creatività di un giovane venga stimolata e con essa anche il suo spirito. “Baudelaire non disdegnava il whisky, non voleva risparmiare sulla vita. Questi artisti non conoscevano la comfort zone. Prendete Baudelaire e vedete come a 14 anni era già imbarcato sui velieri, non fate i ridicoli. Se questa è una cultura che è innaffiata solo da spritz, allora è una cultura morta”.
Quando lo Psichiatra invita a “Mordere il cielo” cerca di spronare i ragazzi ad abbracciare la vita di tutti i giorni, mettendo da parte l’inerzia. Il viaggio verso la scoperta del mondo inizia facendo quello che non fanno tutti e sfuggendo dalle convenzioni. “Io non capisco perché Formentera sia piena di ragazzi e non sia piena la Patagonia.
Secondo me è più interessante la Patagonia di Formentera. E non mi si dica che i ragazzi di oggi non hanno i soldini per andarci li, quando una serata a Formentera con alcool e tutto il resto li costa quanto li costerebbe andare in Patagonia”.