L’assenza di strategie da parte dell’UE ha compromesso l’economia del nostro Paese

Diamo delle notizie di economia. Nel secondo trimestre del 2024 l’industria italiana continua a mostrare dei segnali di debolezza, con una produzione in calo dello 0,1% nonostante un precedente recupero dello 0,5% maggio, cioè oscilliamo attorno allo zero. La fiducia delle imprese rimane bassa, per cui abbiamo dei segnali diciamo contrastanti, in parte recettivi.

I servizi hanno rallentato ma continuano a crescere. Segnali positivi sembrano arrivare dai consumi, favoriti da un costo del credito in diminuzione e da una leggera fiducia delle famiglie. Gli investimenti, invece, gli export mantengono una certa stabilità con le esportazioni cresciute del 2,1% in aprile ma in calo nei mercati extra Unione Europea a partire da maggio.

La nota congiuntura flash di Confindustria ha evidenziato un contesto complesso, influenzato dall’andamento dei tassi di interesse, dove purtroppo la Banca Centrale Europea potrebbe non tagliare ulteriormente i tassi prima dell’autunno, con un’inflazione nell’eurozona ancora più alta rispetto all’Italia, dove i prezzi core, cioè i prezzi dell’inflazione tipica, sono scesi all’1,9%, ben al di sotto della media 2,9% dell’eurozona. Gli investimenti in Italia hanno registrato una crescita dello 0,5% nel primo trimestre 2024, quindi superiore alla media dell’Eurozona, ma le prospettive rimangono comunque incerte, con un calo previsto nell’ordine dei macchinari e delle attrezzature. Gli investimenti nelle costruzioni mostrano invece una frenata per le abitazioni, mentre continuano positivamente per i fabbricati non residenziali, grazie ovviamente al solito PNRR che sta un po’ drogando il mercato.

A livello globale l’eurozona resta fragile con un forte calo della produzione industriale, soprattutto nei paesi trainanti storici, cioè la Germania e la Francia. In questo contesto è chiaro che l’Italia ha bisogno di un intervento più deciso per sostenere l’industria e favorire una ripresa più robusta. L’assenza di una strategia industriale pubblica e le politiche di transizione dettate dalla mamma Unione Europea hanno compromesso la competitività del Paese, ma questo ormai sono anni che ve lo racconto.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi