Gravissimo il primo atto del Parlamento UE: da ora l’Ucraina può attaccare la Russia

Il nuovo Parlamento europeo, formatosi dopo le recenti elezioni, parte male, anzi malissimo. Ha infatti approvato in questi giorni la possibilità per l’Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, di attaccare direttamente il territorio russo.
Si tratta di una scelta di una gravità inaudita, una scelta scellerata che segna un ulteriore passo verso la catastrofe finale, vale a dire verso la guerra mondiale. Un passo alla volta stiamo procedendo con stolta letizia verso l’abisso, o se preferite verso la notte che non ha mattino. La scelta del Parlamento europeo ci impone allora una duplice considerazione telegrafica e impressionistica.

In primo luogo abbiamo la conferma della nostra tesi.
Con le elezioni europee non cambia l’ordine delle cose, ma semplicemente cambia il cameriere, poiché il cameriere con la livrea fucsia cede il passo al cameriere con la livrea bluette, ugualmente zelante nel servire il padronato cosmopolitico e l’imperialismo a stelle e strisce. Imperialismo rispetto al quale, ça va sans dire, l’Europa tutta figura sic et simpliciter come una colonia senza dignità.

Secondo quanto ho provato a chiarire in maniera estesa nel mio studio “Demofobia“, destra e sinistra sono oggi soltanto le due ali dell’aquila neoliberale. Sono i due poli dell’alternanza senza alternativa, buoni soltanto a fare apparire democratico un ordine che intrinsecamente non lo è e nel quale decide sovranamente, in modo non democratico, la classe capitalistica transnazionale, il blocco oligarchico neoliberale e no border. Esso impone i propri ordini ora al cameriere con la livrea fucsia, ora, ugualmente, a quello con la livrea bluette.
I due camerieri per parte loro, e a prescindere dal colore della livrea, si limitano a recepire gli ordini e a obbedire sull’attenti.

Per quel che concerne la nostra sventurata Italia, non sfugga che hanno votato a favore di questa folle decisione tanto il Partito Democratico quanto Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ora che la destra voti per la guerra non sorprende, essendo la destra da sempre la parte del potere e dell’ordine dominante. La vera novitas degli ultimi trent’anni concerne il fatto che anche la sinistra si è squallidamente appiattita sulle posizioni dell’imperialismo di Washington fintamente umanitario.

Tutto principiò con la Serbia nel 1999, allorché il popolo dei militanti, anzi dei “militonti” della sinistra post-comunista, scese in piazza a sostegno dell’imperialismo di Washington voluto dal governo D’Alema e ovviamente presentato subdolamente come imperialismo umanitario, come interventismo etico, come bombardamento democratico. Da quel momento la sinistra moriva simbolicamente dopo essere già morta realmente con il 1989. La sinistra cessava di essere la nobile parte dell’opposizione all’imperialismo e della nobile difesa delle lotte di liberazione nazionale e diventava pienamente “sinistrash”, neoliberale atlantista, pura stampella di sostegno dell’imperialismo dei bombardamenti umanitari e dei missili democratici made in USA.

La metamorfosi kafkiana era compiuta. E la sinistra non stava più con il lavoro, ma con il capitale. Non stava più con i popoli oppressi, ma con l’oppressore a stelle e strisce. Con i sonetti di Shakespeare: più dell’erbacce puzzano i gigli marciti.

La seconda questione che desidero celermente affrontare riguarda il fatto che ormai dovrebbe essere notum lippis et tonsoribus, direbbe il poeta Orazio, cioè noto universalmente, che questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina: è invece la guerra della civiltà dell’hamburger e del codazzo delle sue colonie senza dignità contro la Russia.
La Russia è colpevole agli occhi di Washington di non piegarsi al nuovo ordine mondiale americano-centrico e a quella globalizzazione che in realtà altro non è se non l’americanizzazione coatta del pianeta. Come più volte abbiamo ripetuto, si scrive “Occidente” ma si legge “Uccidente”.

E come più volte abbiamo ugualmente ribadito, dobbiamo sperare oggi più che mai in una Russia e in una Cina forti e unite, in grado di resistere insieme all’imperialismo di Washington e delle sue colonie, per propiziare l’emergenza di un mondo multipolare, finalmente sottratto al dominio della civiltà dell’hamburger, quella che, con le disgustose parole di Bill Clinton, pretende di essere la sola nazione indispensabile.

Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro