Se Atene già da Virginia Woolf aveva la fama di essere un città da immaginare, le cose non sono cambiate in era moderna. Certo, lo svantaggio della Grecia e della sua Capitale in confronto a qualsiasi altra Nazione è essenzialmente uno: quei fasti di un passato così grande da esserlo troppo per morire nei libri di storia.
La Grecia e Atene fanno quotidianamente i conti con il passato, tanto che l’autrice inglese notò subito, nel suo viaggio nell’Ellade, che esiste una Grecia del passato e una Grecia del presente.
E poi esiste anche una Grecia post-Unione Europea. La sorveglianza della Troika, nonché le magagne per entrare nell’UE, hanno generato un presente che quasi sfigura la culla della civiltà.
“Vedo una nazione ormai rassegnata. Una Grecia delusa, perché se paragonata con altre realtà dell’area balcanica, della Bulgaria, dell’Albania, per non parlare della Romania, effettivamente la Grecia è rimasta un po’ indietro“.
Da sempre il giornalista Andrea Koveos si dice amante della sua terra natia, ma l’analisi è comunque impietosa. “Lo stesso turismo che fino a vent’anni fa era un turismo che portava ricchezza, è un settore in cui altri hanno fatto passi da gigante, pensiamo solo alla Turchia”.
Poi c’è la Grecia immaginaria, quella che è solo per i suoi amanti che conoscono i luoghi dell’anima: “Molti amici mi dicono che Atene è una città brutta, in parte può essere vero. E’ che Atene non va vista, Atene va immaginata. E’ l’idea di Atene che ti emoziona, se ci vai per vedere qualcosa, non vedrai nulla“.
Qui l’intervista a ‘Un Giorno Speciale’ | 12 luglio 2024
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