Tensione tra Israele e Libano, la strage del Golan sembra segnare il punto di non ritorno

È accaduto nella notte tra sabato e domenica: un razzo è partito dal Libano colpendo le alture del Golan (territorio occupato da Israele dal 1967, dopo averlo sottratto al controllo della Siria). Colpito un campo da calcio: dodici le persone rimaste uccise tra ragazzi e bambini, la strage si è consumata a Majdal Shams. Lo stesso Israele, senza titubanze, ha dichiarato di essere ‘pronto alla guerra totale’. Tant’è che la risposta non tarda ad arrivare e a seguito raid piombano al sud del Libano, nei pressi delle città di Houla e Markaba.

La situazione ha generato nel corso di pochissime ore una serie di inevitabili reazioni a catena: Israele accusa Hezbollah, alleato dell’Iran, che però continua a smentire il suo coinvolgimento. Nel frattempo a nord di Israele (al confine con il Libano) risuonano no stop le sirene dall’allarme. Inoltre, a causa dell’acuirsi dei conflitti in Medio Oriente, Lufthansa sospende i voli su Beirut in Libano fino al 5 agosto. Berlino richiede ai cittadini tedeschi trovatosi in Libano di rientrare, evidenziando come “Non possono essere esclusi un’ulteriore escalation della situazione e un allargamento del conflitto”.
Il ministro degli esteri libanese Abdallah Bou Habib chiede agli Stati Uniti di intervenire al fine di evitare ulteriori pressioni da parte di Israele, il timore di un’escalation spinge il resto del mondo a muoversi in senso diplomatico (e non): parliamo di Germania, Francia e Gran Bretagna che condannano l’attacco a Shams ma allo stesso tempo invitano Israele al cessate il fuoco. Antonio Tajani, da parte italiana, cerca coordinazione assieme a Guido Crosetto (Responsabile della difesa). Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres denuncia la strage delle alture non nominando però Hezbollah e, al contrario di quest’ultimi, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan prende in mano la situazione avventatamente e minaccia di invadere Israele a sostegno di Gaza.

Ruolo USA e Italia

Ma qual è la posizione della Casa Bianca? Senza dubbio ritiene responsabile Hezbollah per il lancio del missile che ha provocato la morte dei 12 ragazzi e bambini, Phil Gordon (consigliere per la sicurezza del team di Kamala Harris) evidenzia il sostegno a Israele dichiarando come lo stesso “continua ad affrontare gravi minacce alla sua sicurezza e il sostegno alla sicurezza di quest’ultimo è ferreo. Gli Stati Uniti continueranno a lavorare a una soluzione diplomatica per porre fine a tutti gli attacchi una volta per tutte e consentire ai cittadini su entrambi i lati del confine di tornare a casa in sicurezza”.
Nel frattempo anche Roma sembra ritagliarsi ad oggi un ruolo all’interno di questo complesso quadro geopolitico, in una nota del ministero degli Esteri si legge: “Il Ministro Tajani è in contatto con Israele e con il Libano per vitare un’ulteriore escalation che potrebbe finire fuori controllo”. Il pensiero rimanda ai 1.300 militari italiani del contingente Unifil, attualmente schierati nel sud del Libano con la mansione di creare ‘un’area cuscinetto’ tra Israele e i militari libanesi.