Ha del clamoroso l’ultima inchiesta del Wall Street Journal.
Episodi di razzismo, molestie, discriminazioni varie. Non una novità, se non fosse che gli accusati sono coloro che dicono di “voler rendere il mondo migliore”. L’indiziato è il Forum di Davos, il WEF di Klaus Schwab. L’inchiesta del quotidiano statunitense svela retroscena scottanti raccontati da circa 80 tra dipendenti ed ex dipendenti passati sotto la presidenza dell’economista tedesco, nonché fondatore del Forum.
I testimoni hanno descritto al quotidiano episodi di razzismo, disparità di genere e discriminazioni di età.
Ad esempio, il Wall Street Journal spiega come Schwab abbia voluto, circa un anno fa, “ringiovanire” l’immagine del personale licenziando un gruppo di lavoratori con più di 50 anni. Il responsabile delle risorse umane si sarebbe opposto evidenziando che per licenziare dovesse esserci un motivo valido. Così Schwab lo avrebbe licenziato a sua volta. Dalle testimonianze seguono licenziamenti di donne in gravidanza e molestie di vario tipo. Il tutto da chi ogni anno pubblica i famosi report sulla diversità e sull’inclusione.
“Fa impressione – dice Alberto Contri in diretta – perché quello imponeva la cultura woke a tutti e poi invece è stato il primo a violarla“.
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