Era del tutto prevedibile. E come recita una famosa legge di Murphy, se una cosa può andar male, potete stare certi che lo farà. È stata rieletta la signora Ursula Von der Leyen, con ben 401 voti a favore. A nulla è valso lo scandalo legato alla scarsa trasparenza delle benedizioni di massa col Santissimo Siero nel tempo dell’emergenza, costato anche alla signora neoliberale una condanna. A nulla è valsa l’espressione popolare delle elezioni europee, che si confermano un paravento buono solo a far apparire democratico un ordine che strutturalmente non lo è.
Gli euroinomani delle brume di Bruxelles sono, sotto questo riguardo, come divinità olimpiche che decidono sovranamente e che debbono continuare a comandare sempre e comunque, a prescindere dal consenso popolare. Ciò suffraga, peraltro, la nostra tesi, tesi secondo cui stiamo vivendo nel tempo del tecno-feudalesimo, ove i signori no border in alto comandano in maniera assoluta sulle masse riplebeizzate, sofferenti, impotenti e marginalizzate in basso. La linea politica ed economica della signora Von der Leyen è ampiamente nota già da tempo.
Liberalizzazioni a tutta forza e trionfo in contrastato del capitale finanziario, con tanto di green deal e di spietato massacro delle classi nazionali popolari in nome della green economy. Green Economy, in nome della quale, magari, porteranno via anche le case ai cittadini europei. Un programma che, con Marx, diremmo ha tutti gli effetti di classe, più precisamente a beneficio delle classi dominanti no-border contro le classi nazionali popolari, gli happy few contro le masse riplebeizzate e lotizzate.
Ciò rappresenta una volta di più la conferma di quanto andiamo fermamente asserendo da diversi anni. La lotta contro il capitalismo, per noi italiani ed europei, è oggi anzitutto la lotta contro l’Unione Europea. Quest’ultima rappresenta semplicemente la riorganizzazione verticistica del capitalismo post–1989, figurando ogni giorno di più come una gabbia opprimente dalle sbarre in tinta arcobaleno.
Una gabbia che stritola i popoli, i lavoratori e i ceti medi, tutelando sempre e solo l’interesse dei gruppi dominanti del grande capitale multinazionale e apatride. Vogliamo a questo riguardo ripetere un assunto che ritorniamo di importanza vitale. L’Unione Europea non deve essere riformata, cosa che peraltro è impossibile per via dei trattati e della struttura stessa dell’impianto eurocratico.
L’Unione Europea deve invece essere decostruita integralmente a ciò che possa finalmente essere posta in essere l’Europa dei popoli e dei lavoratori, degli stati sovrani nazionali, fratelli e democratici. In una parola l’Europa della politica e della cultura, non della finanza e del grande capitale. Con la rielezione della signora Von der Leyen prevale ancora una volta l’Europa tecno-finanziaria, nemica dei popoli e amica solo del grande capitale.
Sotto questo riguardo, vedere gli euroinomani delle brume di Bruxelles che baldanzosamente festeggiano la rielezione della Von der Leyen in Europa, mentre l’Europa va spedita verso il conflitto mondiale, verso la notte che non ha mattino, ricorda irresistibilmente la scena degli ignari che ballavano felici e inconsapevoli sul ponte del Titanic mentre esso aveva già preso da tempo ad affondare.
Direte voi che il mio progetto di rinnovamento integrale dell’Europa è solo un sogno utopico?
Ma diceva l’antico Eraclito che se l’uomo non spera l’insperabile, non lo troverà mai.
Radioattività – Lampi del Pensiero Quotidiano con Diego Fusaro