Lagarde lascia invariati i tassi, ma l’inflazione presenta dei rischi di rialzo

La Presidente Christine Lagarde ha dichiarato a Sintra che non ci sarà un altro taglio dei tassi di interesse nel mese di luglio. Alcuni governatori della Banca Centrale Europea potrebbero rimpiangere il taglio di un quarto di punto del 6 giugno, perché l’inflazione, sebbene in calo al 2,5% in giugno, presenta dei rischi di rialzo.

L’inflazione core è stabile al 2,9%, ma i prezzi dei servizi, per esempio, sono aumentati del 4,1%, spinti da eventi come ad esempio gli europei di calcio, le Olimpiadi, la stagione turistica ormai sembrerebbe ben avviata. Il sindacato tedesco IG Metal ha richiesto un aumento salariale del 7%, indicando che i salari continueranno a salire, contribuendo secondo alcuni all’aumento dell’inflazione.

Si sospetta che alcuni governatori abbiano accettato il taglio dei tassi per non smentire la Lagarde, creando una situazione di cosiddetta forward guidance problematica, cioè di guida verso il futuro problematico. La geopolitica complica ulteriormente la situazione, con tensioni in Ucraina, Corea del Nord, Iran, frizione nell’Estremo Oriente, che potrebbero eventualmente interrompere le catene di fornitura.

Insomma, Christine Lagarde, secondo alcuni analisti finanziari, avrebbe dimostrato una certa incompetenza nella gestione della situazione, con delle decisioni sui tassi di interesse che avrebbero alimentato ulteriori pressioni inflazionistiche e complicato un contesto economico già fragile.

Per cui questa forward guidance, questa visione prospettica, questa guida prospettica secondo alcuni analisti sarebbe in realtà problematica e la non considerazione dei rischi geopolitici avrebbero esacerbato le difficoltà economiche ormai evidenti da molti anni. E il punto mio è il fatto che purtroppo, in modo ormai stucchevole, devo ripetere che considero tutte queste notizie che sono date sull’economia delle notizie che in realtà riguardano la finanza.

Materia, che io ho insegnato per tanti anni, che è stato oggetto della mia attività professionale, ma oggi devo dire manca in Italia una visione strategica. E manca ovviamente la visione strategica in tante piccole e medie imprese italiane.

Perché? Perché non la trovano intanto dal mondo politico, perché non c’è un quadro di certezza, ma è proprio per questo che probabilmente, a mio parere, è necessario, anche per l’arrivo di tutte queste normative ESG compliance, che le piccole e medie imprese si attrezzino per cominciare ad avere degli strumenti di strategia. Non glieli danno i politici? Bene, il mio consiglio è fateveli da soli.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica Spiegata bene con Valerio Malvezzi