L’ambiguo discorso di Mattarella: caro Presidente le libertà fondamentali vanno difese sempre

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto la Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste e nel suo intervento ha lanciato un monito alla maggioranza. Queste le sue parole, così come vengono riportate dai principali e più venduti quotidiani. Non è democrazia senza la tutela delle libertà fondamentali.

Ovviamente non possiamo che essere in toto d’accordo con Mattarella. Ci corre tuttavia l’obbligo di ricordare che questo sacrosanto teorema nei tre anni dell’emergenza epidemica non ha avuto alcuna validità ed è stato sospeso in nome della lotta al virus. sicché il sacrosanto asserto di Mattarella andrebbe completato.

Bisognerebbe spiegare infatti che non possono esserci deroghe di sorta al principio secondo cui non vi è democrazia se non vi è tutela delle libertà fondamentali, anche al cospetto di un virus o magari chissà di un’emergenza climatica. Nei tre anni dell’emergenza epidemica, come senz’altro non avrete obbliato, in nome della lotta contro il virus sono stati sospesi i principi fondamentali della libertà e della democrazia. confinamenti domiciliari coatti e di vieti di assemblea, infami tessere verdi della discriminazione e limitazione del diritto di espressione, giusto per richiamare alla memoria alcuni dei più tetri ordinamenti posti in essere nei tre anni bui dell’emergenza epidemica.

Tale e limitazioni sempre erano giustificate nel nome del principio della salute pubblica, come se detto principio valesse a mettere a tacere i diritti fondamentali. L’ordine era quello securitario. Per garantire la sicurezza e la salute nel tempo dell’emergenza era necessario limitare le libertà e i diritti.

Così recitava il principio fondamentale dell’ordine tecnosanitario. Lo stesso funzionamento della democrazia parlamentare è stato congelato, dacchè il potere si è concentrato nelle mani del Presidente del Consiglio, il quale, con le sue epifanie catodiche vespertine, poneva in essere DPCM che cambiavano da un giorno all’altro le condizioni di vita dei cittadini terrorizzati. Dunque non valeva a quel tempo il principio per cui non vi è democrazia se non si riconoscono i diritti e le libertà fondamentali? Si obietterà che era uno stato di emergenza, ma all’obiezione sarà d’uopo rispondere che la nostra Costituzione non prevede lo stato di emergenza.

I padri costituenti, infatti, lo avevano accuratamente evitato proprio per aggirare il possibile ritorno di situazioni analoghe a quelle del ventennio. D’altro canto, proprio Sergio Mattarella aveva giustamente ricordato il 25 aprile del 2019, in relazione alla triste vicenda del fascismo, che quando un popolo baratta la libertà per la sicurezza, ne scaturiscono tragedie in mani. Ed è appunto quel che si è verificato, dopo il fascismo, anche con l’emergenza epidemica, la quale ha posto in essere quello che abbiamo definito il leviatano tecno-sanitario, un ordinamento repressivo che presupponeva la limitazione delle libertà fondamentali in nome della sicurezza.

Non sarebbe dunque il caso, domandiamo, di scolpire nella lapide il principio per cui non possono essere limitate le libertà fondamentali, senza alcuna deroga possibile a questo principio? Ci pare una questione dirimente, fondamentale, anche perché siamo convinti che quello che abbiamo vissuto nei tre anni bui dell’emergenza epidemica possa, da un giorno all’altro, tornare.