Abbiamo letto sui giornali e visto in tv delle cose assurde, c’è chi dice che le recenti elezioni europee hanno visto una crescita degli euroscettici, ma solo la AFD tedesca promuove l’uscita dall’Unione Europea.
In Italia, Italexit e Fratelli d’Italia spingevano per lo scioglimento dell’eurozona dal 2014, tuttavia solo il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea. Dal 1993 l’UKIP di Nigel Farage promuoveva la Brexit promettendo meno contributi all’Unione Europea, maggiore controllo delle frontiere, meno tasse. Ma le promesse, secondo alcuni, si sarebbero rivelate illusorie.
Il Regno Unito dovrebbe ancora 32 miliardi di sterline a Bruxelles, avrebbe aumentato la spesa pubblica e perso l’accesso al mercato unico. Il commercio con l’Unione Europea sarebbe diminuito del 15% e la produttività del 4%. Le nuove tariffe doganali e il ripristino delle frontiere avrebbero aumentato i costi per le imprese e l’inflazione del Regno Unito e il carico fiscale sarebbe cresciuto e il potere d’acquisto sarebbe calato di quasi 2.000 sterline all’anno.
Peccato che sia tutto falso. Peccato che non sia vero quello che abbiamo appena sentito: la crescita media del PIL inglese dal 2017 ad oggi è stata dell’1,2%, la stessa dell’Eurozona, contro lo 0,8% dell’Italia. Il tasso di disoccupazione è passato dal 5,1% nel 2016, ultimo anno prima della vittoria della Brexit, è sceso al 3,8% di fine 2023. Il nostro è, normalmente, il 7,2%. Il tasso di occupazione è passato dal 73% al 75%, quello dell’Italia al 62%.
I salari reali inglesi, questa è una cosa importante, Tra il 2019 e il 2023 sono cresciuti del 3%, i salari italiani nello stesso periodo sono scesi del 9%. Vuol dire che le famiglie hanno il 9% in meno di capacità di spesa. Ecco, di fronte a queste cose io sono un po’ stanco di sentire parlare di questi discorsi di macroeconomia che lasciano il tempo che trovano.
Io fortunatamente passo la giornata a parlare con piccole imprese, che portano magari da 3 milioni a 6 milioni fatturato nel giro degli ultimi cinque anni, aziende che crescono, piccole imprese che crescono, micro imprese che crescono e medie imprese che fanno delle crescite significative.
Ecco, preferisco occuparmi degli imprenditori, delle aziende italiane, che se ne fregano di questi discorsi della geopolitica e ovviamente non stanno più ai giochi dei politici che francamente se ne fregano dei problemi veri, quelli dei piccoli e dei medi imprenditori e complicano loro la vita con la burocrazia tipo le norme di cui parlavo nella puntata di ieri. Se avete pensato di avere piacere di una voce diversa potete seguirmi sul sito www.valeriomalvezzi.it.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica Spiegata Bene con Valerio Malvezzi