Ora il cessate il fuoco è ancora più duro da raggiungere. Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh è stato ucciso nella notte tra martedì e mercoledi. La notizia è stata resa nota dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane e confermata da Hamas. Haniyeh si trovava a Teheran in occasione della cerimonia di insediamento del nuovo presidente Masoud Pezeshkian, e la sua morte rende le trattative di pace ancor più ardue. Non solo, ma rischia di trascinare l’Iran nel mezzo del conflitto.
Il missile teleguidato che avrebbe ucciso intorno alle 2 di notte il capo di Hamas è una falla gigantesca nella sicurezza di Stato iraniana: secondo fonti Usa citate dal New York Times, gli apparati di sicurezza dell’Iran sarebbero in “stato di shock totale”, anche perché la versione sull’assassinio è stata confermata dalle autorità iraniane stesse.
Per ora Israele non commenta, facendo sapere di non voler aggiungere nulla a notizie provenienti da fonti estere, mentre l’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, ha dichiarato che l’uccisione avrà enormi conseguenze.
Di certo la prospettiva di un cessate il fuoco diventa ancor più ardua, visto il ruolo centrale di Haniyeh nelle trattative per il cessate il fuoco.
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