L’amministratore delegato della Lufthansa, guarda un po’, ha espresso grande soddisfazione per l’acquisizione di ITA che è stata approvata dalla Commissione Europea.
Lufthansa comprerà il 41% di ITA con un investimento iniziale di 325 milioni di euro, salendo al 100% entro il 2033 con un investimento totale di 829 milioni di euro. La vendita di ITA da dove nasce? Beh, per chi non lo sapesse nasce dalle ceneri della compagnia di bandiera italiana dei trasporti aerei, cioè Alitalia, e rappresenta, dicono alcuni, un successo per il governo italiano e il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato la fine degli aiuti di Stato per la compagnia. Che bello! Le condizioni imposte dall’Europa prevedono la riduzione di 30 voli giornalieri e l’aumento della concorrenza su alcune rotte.
L’amministratore delegato di Lufthansa, che a questo punto diventa la padrona, ha dichiarato che l’Italia, la terza economia europea, sarà meglio connessa grazie all’incremento della flotta di ITA che ora è composta da 95 aerei. Il marchio Alitalia che fine fa? Rimane incerto, ma l’obiettivo principale sarà rendere ITA redditizia. Ovviamente, dal momento che noi diventeremo servi dei tedeschi, la Germania non esiterà bonariamente ad elargire gli aiuti di Stato che noi siamo molto contenti di non dovere più chiedere, come sempre ha fatto la Germania a tutte le proprie aziende.
È palese insomma il fatto che la Germania sia il paese europeo che ha fatto maggiore uso sia in percentuale al PIL con una media dello 0,4% con picchi fino all’1,8% che in valori assoluti 540 miliardi di euro tra il 2011 e il 2021 di aiuti di Stato e questi sono solo gli aiuti di Stato senza considerare 900 miliardi di spesa pubblica nascosta dagli aiuti di Stato. Noi italiani, grazie alla politica dei nostri politici che dicono viva viva l’Europa, che cosa abbiamo fatto? Ci siamo consegnati nelle mani dei tedeschi e abbiamo svenduto i nostri settori strategici ai paesi stranieri. Tutte queste cose mi annoiano tremendamente.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi