Marco Rizzo punge su Biden e guerra ▷ “Quando lo dicevamo noi i fact checker ci bloccavano. E ora?”

Ha fatto il giro del mondo la dubbia prestazione di Joe Biden nel dibattito presidenziale contro Donald Trump.
L’attuale presidente USA appare confuso, balbetta e formula frasi talvolta senza senso apparente.
Non la prima volta in cui Biden non fa figure eccelse. Ma qualcosa è cambiato. Da ormai un paio di settimane il mondo dell’informazione si è completamente rivoltato contro il POTUS, scrivendo ora di ogni sua possibile nuova gaffe. Non è neanche così raro, anzi, leggere di ritiro di candidatura, di sostituti e di democratici in ansia per le elezioni di novembre. Il tutto solo poco tempo dopo dalle “smentite”, ad esempio, relative alla apparente confusione di Biden al G7 italiano.

Il video virale in cui Biden si gira in maniera confusa mentre tutti gli altri leader occidentali applaudono per una dimostrazione dell’esercito italiano, è stato addirittura degno di un vero e proprio fact checking. Il risultato? “Contesto mancante“, sentenzia più di qualcuno.
Quando è stata ormai evidente la sconfitta al dibattito contro Trump, sconfitta decretata dalla stessa emittente che li ha ospitati, agenzie e giornali nazionali e internazionali hanno giudicato Biden “confuso e stanco”.
Quando lo dicevamo noi – dice Marco Rizzo, coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare – i fact checker hanno bloccato perché ‘fuori dal contesto’. Io ho scritto: ‘Ma forse quest’uomo non è nelle condizioni piene di salute’.
Adesso lo dicono loro e quindi va bene
“.

Di fatto una perdita mediatica, soprattutto nello scacchiere bellico.
Intanto Giorgia Meloni insiste sulla difesa dell’Ucraina, annunciando al summit NATO che l’Italia alzerà la spesa per le armi: 1,7 miliardi di euro all’anno, quasi il 2% del PIL. “Quei soldi lì – spiega Rizzo – devono andare alle pensioni, al lavoro, ai trasporti. Ma come? Ci fanno un mazzo così sul sociale! Noi, il nostro Paese, su tutto tagliamo, ma sulle armi no, sulla guerra no.
Ci siamo un po’ stancati e questa roba qua non è che la fa la Meloni perché è cattiva: se c’era la Schlein o Conte la facevano mezz’ora prima!
“.